Valsabbia

Accampati per difendere «la naturalità del lago»

Dal 1° dicembre nuovo presidio davanti alla Pieve: lunedì i Comitati saranno ricevuti in Prefettura
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Si sono sistemati alla Pieve di Idro, nel parcheggio accanto a Santa Maria ad Undas, e dal primo di dicembre presidiano il lago. Obiettivo: sensibilizzare la popolazione, ma anche chi viaggia lungo la 237 del Caffaro, in merito alla battaglia che da anni stanno portando avanti per «salvaguardare la naturalità del lago».

Vivendo a turno, giorno e notte, dentro una casetta di legno e tela, un successo l'hanno già ottenuto: lunedì pomeriggio verranno accolti in Prefettura, dove chiederanno che il prefetto in persona si faccia da garante perché per il lago d'Idro possano essere prese decisioni diverse da quelle che «rischiano di trasformarlo in un bacino artificiale da sfruttare ad uso irriguo ed energetico».

In particolare, i Comitati organizzatori della protesta chiedono una nuova regola di gestione condivisa dai quattro Comuni rivieraschi, un ente gestore paritetico e una revisione completa delle opere di regolazione e messa in sicurezza.

I manifestanti accusano la Regione ed i Comuni firmatari dell'accordo prefettizio del 2008 di aver ingannato i cittadini. La riprova, secondo i manifestanti, sarebbero alcune affermazioni degli stessi tecnici chiamati a realizzare le opere di regolazione del lago, che in occasione di un recente confronto nei palazzi ministeriali a Roma «hanno dovuto confessare le vere motivazioni delle nuove opere.

Ad esempio la savanella, ossia il canaletto che verrebbe realizzato all'uscita del lago per garantirne il deflusso minimo vitale, non c'entra nulla con la sicurezza, ma è stata voluta dal committente (la Regione) per poter praticare l'escursione di 3,25 metri, esattamente come prevede il vecchio regolamento del 2002 dopo le varie fasi sperimentali».

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