Abusi sulle alunne, bimbe «incapaci di testimoniare»
Da testimonianza chiave a testimonianza inutilizzabile. Non possono finire nel fascicolo di indagine le parole delle due sorelline di otto anni residenti in Valsabbia, presunte vittime di palpeggiamenti e attenzioni morbose da parte del loro insegnante di sostegno, un 47enne arrestato e finito in carcere a fine ottobre e ora ai domiciliari in attesa di giudizio.
Il perito nominato dal tribunale, dopo l’incidente probatorio durante il quale sono state ascoltate le due bambine, ha stabilito che le piccole sono incapaci di rendere testimonianza. Non sarebbe una questione di crediblità, ma la decisone potrebbe essere legata principalmente alle difficoltà espressive delle allieve, che anche per questo a scuola erano seguite da un insegnante di sostegno, l’arrestato appunto. Era stata una delle due sorelline a descrivere a casa gli atteggiamenti particolari del maestro. Un racconto che aveva portato la famiglia a denunciare e i carabinieri a installare delle telecamere all’interno dell’istituto scolastico frequentato dalle bambine. E proprio sotto l’occhio elettronico l’insegnante avrebbe manifestato le stesse attenzioni morbose nei confronti della sorellina della prima bimba.
L’arresto scattò così in flagranza di reato. Le immagini ad oggi rappresentano la prova sulla quale il pubblico ministero Marzia Alistais sta costruendo la sua indagine. E assumono ancora più valore oggi, dopo la decisione del giudice di dichiarare inutilizzabili al fine di un eventuale processo le testimonianze rese delle sorelline. Con la sua ordinanza, il giudice ha rimandato gli atti in Procura per una nuova valutazione del caso. Agli atti c’è anche l’assunzione di colpa dell’insegnante che in interrogatorio ha ammesso: «Ho toccato le sorelline». Oltre a confessare, l’uomo si è dimesso dall’incarico a scuola e ha iniziato un percorso psicologico. Scelte che hanno convinto la Procura a concedergli gli arresti domiciliari.
Il passato del maestro di scuola elementare era già segnato da alcune ombre. Nessun reato, ma sospetti. Prima dei fatti di fine ottobre era infatti accaduto che il suo comportamento venisse monitorato, anche attraverso telecamere, in un’altra scuola. Ma le indagini si erano concluse senza contestazioni. Nel curriculum del maestro ci sono poi i diversi trasferimenti subiti e agli atti dell’indagine non mancano le testimonianze di chi solo oggi, a distanza di anni, racconta che nessuno si fidava del 47enne al quale per questo gli alunni non venivano affidati in via esclusiva.
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