«Valle dei Segni» lancia lo statuto e apre al territorio
Se ne parla da tempo. Tra tentativi andati più o meno bene e polemiche. Oggi la fondazione Valle dei Segni - che dovrebbe gestire in modo integrato il sito Unesco e il patrimonio culturale della Valle e dell'alto Sebino - compie un passo in avanti, con l’incontro dell’assemblea del comitato promotore insieme ai sindaci.
Sarà presentato lo statuto della fondazione, che dovrà però aspettare ancora qualche mese per essere istituita e operativa: si parla del mese di aprile. Durante la serata, organizzata dalla Comunità montana alle 20.30 al Palazzo della Cultura, sarà stilato un bilancio del primo anno di lavoro. Centrale per la sopravvivenza dell’organismo sarà la presenza dei soggetti privati - tra cui imprese e operatori del terzo settore - nodo vitale per garantire alla fondazione le risorse.
Per questo è stato loro assegnato un ruolo fondamentale anche nella composizione degli organi: la società civile camuno-sebina dovrà per forza essere guida e traino della fondazione. Lo statuto ne definisce alcuni obiettivi, tra cui - altro nodo irrisolto, per il quale da tempo si cerca la quadra - la bigliettazione integrata delle aree archeologiche e la loro manutenzione (non certo semplice, visto che si tratta di tanti siti, anche estesi, in parchi di montagna). Inoltre dovrà promuovere l’iniziativa privata in campo culturale (altro tema ostico) e migliorare la gestione del patrimonio culturale e dei servizi per il pubblico.
Un compito non facile, in un territorio frammentato e ancora pieno di campanilismi come la Valcamonica. A guidare il vascello istituzionale (il presidente del comitato è il manager Alberto Piantoni) ci sono i presidenti del Distretto culturale Simona Ferrarini e del Gruppo di coordinamento sito Unesco Sergio Bonomelli: «Il territorio finalmente ha una grande opportunità: far convergere attorno a un unico strumento i progetti di sviluppo, facendo crescere le risorse per la cultura. L’obiettivo è quello di superare le criticità attuali e rilanciare il sito Unesco».
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