Valcamonica

Val Gallinera sotto la lente dopo il crollo dal ghiacciaio dell'Adamello

La situazione a Sonico viene monitorata: attenzione alle piogge e alle temperature
La lingua più estrema del ghiacciaio: qui il crollo - © www.giornaledibrescia.it
La lingua più estrema del ghiacciaio: qui il crollo - © www.giornaledibrescia.it
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Il cielo sopra la Val Gallinera, sulle montagne che sovrastano Sonico, si è annerito nel pomeriggio di ieri e ha portato piogge intense. Anche l’espressione di alcuni cittadini e amministratori si è fatta cupa, per la preoccupazione che si potessero innescare fenomeni alluvionali. Come è avvenuto giovedì sera, ma non per la pioggia, quanto piuttosto per il gran caldo.

A causa dell’intenso calore che dura da settimane anche in quota, la lingua più estrema del ghiacciaio della Val Gallinera si è staccata, incanalandosi, con limo e permafrost, lungo il torrente Val Rabbia e facendo scattare l’allarme dai sensori più in alto, che hanno rilevato un passaggio anomalo di materiale. L’asta era pulita e sgombera da ostruzioni e la colata nera, seppur arrivata in paese, è rimasta in alveo, senza causare danni.

Per questo il suono della sirena in paese è rientrato dopo poco, anche grazie alla segnalazione del rifugista di Malga Stain, che aveva avvertito il sindaco del probabile distacco del seracco. La lingua di ghiaccio della vedretta di Gallinera riporta tracce evidenti di erosione del canale sulla sinistra orografica della conca glaciale.

Lungo tutta la testata della Val Gallinera c’è un’abbondante circolazione di acqua, proveniente sia dal detrito sia dai fronti di ghiaccio per l’elevato scioglimento della porzione glaciale e del permafrost. Secondo il geologo Luca Albertelli, che in questi anni ha seguito il territorio ed il sistema di allertamento, le piogge dovrebbero abbassare le temperature in quota e, di conseguenza, fermare almeno in parte lo scioglimento.

«La dinamica di questo bacino - riferisce l’esperto - è complessa, molto dipende da come arrivano le nubi e la pioggia. Se sono morbide raffrescano l’area e la portano a condizioni meno gravi delle attuali. Se invece sono violente, con un suolo così caldo potrebbero crearsi le condizioni per eventi violenti. Questo bacino - conclude - va in crisi, in genere, quando le temperature del pomeriggio, intorno alle 16, salgono sopra i 22 gradi, creando una forte energia di calore che, con la pioggia, potrebbe creare problemi».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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