Una sede Avis nuova di zecca per accogliere 2mila donatori
Una sede nuova, talmente bella e moderna da essere considerata tra le migliori della Lombardia, se non anche oltre. Quando i lavori di sistemazione della sede Avis di Breno volgono ormai al termine, dopo alcuni mesi di cantiere, nel corso dell’assemblea annuale dei soci di sabato scorso il responsabile di zona e consigliere regionale Marcello Ravani si è complimentato col gruppo di Breno per i nuovi uffici, affermando che «sono i più belli mai visti». Una dichiarazione che ha riempito d’orgoglio i tanti avisini presenti al centro San Siro per l’incontro plenario convocato per l'approvazione del bilancio.
I nuovi locali, situati al piano interrato dell’immobile delle scuole brenesi, in via Sammaione 8, sono stati ammodernati dai volontari con la collaborazione di alcuni professionisti valligiani. Nulla è più come un tempo: le stanze, piuttosto vecchiotte e poco illuminate, hanno lasciato il passo ad ambienti più grandi e luminosi, meglio organizzati e arredati.
Ad accogliere il pubblico c’è oggi un salone con un bancone, per i primi colloqui, con annessa sala riunioni. Un nuovo spazio è stato ricavato per le visite mediche e l'archivio, oltre ad aver ingrandito l’ufficio amministrativo. Nel mezzo troneggia l’insegna luminosa e colorata con la scritta «Avis». L’inaugurazione è in calendario in primavera, ma già da qualche giorno i volontari sono tornati a occupare i locali. I numeri. La sezione intercomunale di Breno, benché ogni anno i numeri si contraggano leggermente, è ancora in forze.
Nel 2018 i soci attivi erano 880, venti in meno rispetto al 2017. Ma a dare speranze sono gli ingressi di nuovi donatori: ben 89. Il direttore sanitario Antonio Zeminian ha eseguito 173 visite, di cui 17 rientri e 156 aspiranti avisini. Numeri in crescita anche per le donazioni, che nel 2018 sono state 2.011 contro le 1.953 del 2017: 58 sacche in più, con un indice di donazione del 2,26% contro il 2,21 dello 2017. Un andamento che si mantiene più o meno stabile nel tempo.
Anche nel 2018, purtroppo, il dato negativo riguarda i donatori prenotati che non si sono presentati all’appuntamento: dei 2.403 prenotati, 45 non hanno potuto donare (per patologie del momento) ma 347 (erano 290 del 2017) non si sono fatti vivi. L’assenteismo nel Brenese si assesta intorno al 15-16%.
«Per questo motivo tutti noi non dobbiamo mollare - dichiara il presidente Giuseppe Gasparini, affiancato dal vice Mario Pedersoli -: la nostra missione è incoraggiare e propagandare per trovare nuovi donatori, per mantenere forte e compatto il nostro esercito. L’unica preoccupazione è la superficialità di qualche donatore che prima dà la disponibilità e poi non si presenta. Tutto ciò deve incoraggiarci a cercare sempre nuovi soci, in particolare bisogna sostenere i giovani, che molte volte non sanno di avere nel corpo un farmaco chiamato sangue che può contribuire gratuitamente a salvare una vita».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato