Valcamonica

Una casa in Congo: il sogno solidale di padre Rinaldo

A proporre il progetto è il missionario che, dopo 30 anni spesi nei villaggi africani, ha fatto ritorno a Montecchio di Darfo
Padre Rinaldo Do - Foto © www.giornaledibrescia.it
Padre Rinaldo Do - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Dopo una vita trascorsa tra i poveri del Congo scavando pozzi, costruendo scuole, comprando biciclette e resistendo alle epidemie di ebola e alle brutalità dei ribelli di confine, padre Rinaldo Do è tornato a casa, a Montecchio di Darfo.

Una scelta sofferta ma necessaria per curarsi dalle malattie accumulate in trent'anni di disinteressato servizio, ma che non lo ha fermato da nuove iniziative: il nuovo progetto da lui coadiuvato sarà infatti la costruzione di una casa per i giovani e le famiglie di Neisu, un villaggio di circa 12mila anime dove si coltivano arachidi e banane come merce di scambio per pentole, benzina ed altri beni di prima necessità.

«La nostra attenzione si è concentrata sulle giovani famiglie - ha spiegato il missionario -. I matrimoni precoci sono frequenti e il primo problema a porsi è sempre quello della casa. La popolazione vive da sempre in capanne di legno e fango che possono durare fino a tre anni in pessime condizioni igieniche e di sicurezza. Vogliamo costruire case di mattoni e lamiere, come messaggio di speranza ai giovani per dimostrare che le cose possono cambiare anche qui».

Il costo stimato è di 4390 dollari (poco meno di 4mila euro) per ogni abitazione. «Per questa gente è una cifra proibitiva, ma il nostro progetto è di costruire una decina di queste strutture allo scopo di innescare un circolo virtuoso da stimolo anche per gli altri giovani. Niente assistenzialismo però: assegneremo le case a giovani che daranno un contributo concreto, mettendo a disposizione pietre, sabbia, i pasti dei lavoratori e il 20% del valore della casa». Gli amici sacerdoti della Valle Camonica e la gente di Montecchio si sono già mobilitati per raccogliere fondi. 

 

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