Uccise i figli, ergastolo confermato. La mamma: «Giustizia fatta»
I pensieri di Erica Patti, dopo che la Cassazione ha confermato l'ergastolo per Pasquale Iacovone.
«Finalmente il tribunale di Roma, tramite il grado di Cassazione ha rigettato la richiesta della difesa di annullare il processo, confermando quindi la sentenza di ergastolo e ponendo fine alle possibilità di un criminale di poter tornare in libertà, senza aver scontato la pena che merita e con la possibilità di poter tornare a fare del male.
La giustizia finalmente nel corso di questo iter processuale mi ha dimostrato di poter funzionare: molte figure professionali che ho incontrato all’interno di quelle aule mi hanno ridato un po’ di fiducia, hanno rispecchiato la verità dei fatti, troppe volte travisati e atti a mettere invece me e i miei famigliari in cattiva luce, al fine esclusivo di proteggere un assassino, da parte della sua difesa.
Nonostante questo però, i miei sentimenti ed il mio stato d’animo sono molto contrastanti, lo riesco poco a spiegare ed anche se sono molto soddisfatta per l’esito processuale, non sono riuscita a trovare il sollievo che speravo. I miei bambini non ci sono più, mi mancano tantissimo, alleviata la tensione dell'esito finale del processo, mi rimane al momento il vuoto lasciato dai miei bambini e l’ansia che malgrado tutto, non potrò più riaverli al mio fianco.
Un pensiero lo rivolgo anche ai miei avvocati, Pierluigi Milani e Giovanni Orlandi, che ringrazio tantissimo: mi sono stati vicini in tutto questo iter, professionalmente ed umanamente, perché ritengo che soprattutto l’ultimo sia un aspetto di fondamentale importanza, soprattutto in una situazione come la mia. Avevo davvero grandi difficoltà a fidarmi e a sentirmi giustamente rappresentata in quelle aule, avrei voluto poter dire io ogni cosa per i miei bambini, pensando che nessun altro avrebbe potuto trasmettere quello che sentivo; invece sono contenta di essermi affidata a loro, hanno dimostrato che in quelle aule era importante sì il loro lavoro, ma è stato determinante il cuore che loro hanno messo nel loro lavoro. Finalmente giustizia è stata fatta».
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