Tempesta e bostrico, per i boschi bresciani stimati 40 milioni di danni
Non bastava la devastazione tra i boschi delle vallate bresciane, in particolare in quelli dell’alta Valcamonica: decine di migliaia le piante a terra, ferite visibili ancora oggi, a quattro anni dalla tempesta Vaia, che nell’ottobre 2018 ha arrecato danni su circa 2.210 ettari, soprattutto di abete rosso, in tutta la Lombardia.
Ora un’altra sciagura ha colpito quei luoghi, rovinando ancora, semmai fosse possibile fare peggio, il paesaggio e la natura: il bostrico.
Le Comunità montane hanno calcolato che l’insetto autoctono ha provocato danni su una superficie di circa tremila ettari, per lo più in corrispondenza delle aree colpite dalla stessa Vaia. Un danno che si aggirerebbe sui cento milioni di euro tra i boschi dell’intera regione. In provincia di Brescia si tratta di circa il quaranta per cento del totale, e il conto è presto fatto: 40 milioni.
È impossibile pensare di sconfiggere il bostrico, eradicandolo totalmente. Ma contenerne l’espansione, e di conseguenza i danni, si può.
A lanciare l’allarme è l’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi. Che consegna nelle mani dei candidati lombardi una sorta di appello-monito perché la lotta al bostrico divenga una priorità dei prossimi Governo e Parlamento. Diversamente, chiarisce Rolfi, «sono a rischio l’economia e l’ecosistema delle nostre montagne: per questo i nostri candidati si dovrebbero fare parte attiva».
Finora la Regione ha messo in campo fondi per la bonifica di circa 400 ettari di boschi disseccati, come a esempio quelli della Val Palot di Pisogne. Nel 2022 il servizio Fitosanitario regionale ha acquistato e distribuito alle Comunità montane 80 trappole a feromoni, il cui monitoraggio consente di fare previsioni sulle dinamiche e sulle quantità degli attacchi futuri. «Il bostrico non crea solo danni ambientali ed economici - aggiunge Rolfi -, ma anche alla sicurezza pubblica per i conseguenti problemi idrogeologici che scatena. La collaborazione con i Comuni e le Comunità montane è stretta. A Roma devono capire che la battaglia contro questo insetto sarà una delle emergenze forestali dei prossimi anni. Le comunità locali e le Regioni - conclude l’assessore all’Agricoltura - non possono essere lasciate sole».
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