Scoppia il caldo, teli geotessili sul Presena contro i raggi solari
Hannibal attanaglia l'Italia e fa di questa prima parte del mese la più calda di sempre. E così una giornata di sole a picco e di neve ancora buona ha salutato la scorsa domenica anche gli ultimi affezionatissimi dello sci sul ghiacciaio Presena, quelli che non si rassegnano, nonostante il calendario, a deporre l’attrezzatura invernale in soffitta. Come previsto, la stagione bianca nel comprensorio Pontedilegno-Tonale ha chiuso i battenti il 15 maggio a tremila metri di quota, quando anche le ultime cabine sono tornate a valle, dove riposeranno per qualche settimana nei depositi. Le prossime settimane serviranno per una serie di manutenzioni, ma soprattutto per preparare il ghiacciaio all’estate.
Protezione
Negli ultimi anni questa cura si chiama «teli geotessili», ovvero delle vere e proprie coperte che aiutano a preservare lo strato di ghiaccio dall’irraggiamento solare e dal caldo. Il Presena, con i suoi impianti, riaprirà solo verso la fine giugno, per il trekking in quota e per una serie di eventi che lo metteranno al centro per tutti i mesi estivi, all’insegna soprattutto della rigenerazione nella natura. Guardando indietro, all’inverno passato e alla prima parte di questa primavera, la consapevolezza è che, per il ghiacciaio dell’Adamello, non sarà un’estate affatto facile. La stagione 2021-2022 è stata tra le più povere di neve degli ultimi decenni: il manto nevoso in Presena, proprio a causa delle scarse precipitazioni invernali e primaverili, è almeno la metà rispetto al passato.
Erosione continua
Senza lo strato bianco a ricoprirlo, il ghiaccio vivo resterà purtroppo scoperto più a lungo, bersaglio inerme dei raggi del sole, che lo porteranno a un maggior scioglimento. Una minima speranza è riposta nei teli geotessili, che hanno finora premesso di preservare oltre venti metri di spessore di ghiaccio. Ma si tratta solo si una piccola lingua, funzionale alle piste da sci, nulla purtroppo rispetto alla maestosità, in declino, del ghiacciaio adamellino. Il mare bianco che nell’ultimo trentennio ha perso circa quattro chilometri quadrati di superficie.
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