Valcamonica

Salti e scossoni: i 27 km di odissea sulla superstrada

Dal km 67 al km 94 l’asfalto invecchiato, indebolito e spezzato come una tavoletta di cioccolato, mette a dura prova gli ammortizzatori
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Viaggio con fermate di emergenza sulla superstrada della Vallecamonica: 27mila metri - dal km 67 al km 94 - dove l’asfalto invecchiato, indebolito e spezzato come una tavoletta di cioccolato, mette a dura prova ammortizzatori e pneumatici.

Dal bivio che fonde la Sp510 nella Ss42 a Pisogne fino all’uscita di Ceto e Cimbergo, abbiamo contato 14 cartelli (provvisori e non) che mettono in guardia sulla «strada dissestata e/o deformata». Quindi allacciate le cinture di sicurezza che il viaggio comincia. I primi scossoni arrivano al totem di «benvenuto nella Valle dei Segni» a Pian Camuno, nei pressi della doppia area di sosta Total-Tamoil: un cartello posizionato da Anas annuncia 3 chilometri di strada dissestata e in effetti si dondola sul sedile come se avessimo una molla sotto le ruote.

Non abbiamo visto crateri profondi che rischiano di squarciare gli pneumatici, ma si viaggia su un fastidioso solco inclinato e rattoppato: l’auto raglia e «gratta» come un treno quando entra in stazione, ondeggiano i rimorchi e i mezzi a due ruote rischiano di perdere l’equilibrio.

Al km 70 altri due cartelli in entrambi i sensi di marcia segnalano il fondo pericoloso e impongono il limite dei 50 orari: siamo sul rettilineo che divide e unisce Pian Camuno, Artogne, Gianico e Rogno ed entriamo nel clou del frullatore. Al km 72, allo svincolo che porta al centro commerciale Adamello, la situazione è anche peggiore: un altro cartello prolunga l’agonia del dissesto per ulteriori tre chilometri che bypassano l’abitato di Darfo fino a Boario Terme. Dal km 76 si viaggia come su un biliardo almeno fino alla «Sosta-Toroselle» di Esine: si incappa in un chilometro così così al 78-79, si balla non poco nei pressi dello svincolo incompiuto dell’ospedale e dopo Cividate sbuchiamo in media Vallecamonica.

Appena fuori Malegno si «salta» al km 85 nella galleria Santo Stefano, incrociamo una serie di cartelli di «strada dissestata» sul cavalcavia e si vibra pesantemente fino allo svincolo di Breno. Poi si viaggia senza scossoni fino alla galleria «Mario», l’ultimo miglio prima del capolinea del nostro viaggio. Altri due cartelli, al km 91 e 92, mettono in guardia sulla strada dissestata: sarà pure così, ma quasi non ce ne siamo accorti.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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