Sallaku patteggia due anni e nove mesi
Due anni e nove mesi. Tanto ha patteggiato l’imprenditore e patron del Darfo calcio Gezim Sallaku, 43enne albanese di nascita trapiantato sul Sebino, finito nei guai con l’accusa di bancarotta fraudolenta, turbativa d’asta e trasferimento fraudolento di beni.
Il giudice Anna Di Martino ha disposto anche lo scioglimento degli arresti domiciliari, ai quali Sallaku era stato costretto lo scorso 25 gennaio dopo sei mesi di carcere. Misura sostituita con l’obbligo di firma quotidiano dai carabinieri di Marone.
«Ho accettato di patteggiare per la mia libertà e il bene della mia famiglia, ma ho l’amaro in bocca perché mi ritengo assolutamente estraneo alla vicenda» ha spiegato Sallaku, presente in aula al fianco del suo avvocato Gianbattista Scalvi al momento della lettura della sentenza.
Sallaku era stato arrestato il 15 luglio scorso perché, secondo l’accusa attraverso imprese edili, spesso costituite ad hoc, metteva in compensazione i debiti previdenziali dei lavoratori con crediti di imposta creati attraverso il sistema della falsa fatturazione. Così da poter offrire al mercato opere a prezzi decisamente concorrenziali. Un giro del malaffare che aveva coinvolto una quarantina di persone. Al patron del Darfo la Guardia di Finanza aveva sequestrato beni per 8 milioni di euro, tra case, auto, gioielli e quote societarie. Con la sentenza di oggi il tribunale ha stabilito la confisca del 100% delle quote della Land srl intestate a Sallaku oltre all’intero patrimonio riconducibile all’attività.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato