Ristoranti, calcio e ricettazione nel giro di Sallaku
Il telebano, oppure Zim o ancora quello del ristorante. Così viene chiamato nelle 385 pagine di ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip di Cremona Guido Salvini, Gezim Sallaku, il presidente del Darfo Calcio finito in carcere con l’accusa di riciclaggio e ricettazione di mezzi edili e per il movimento terra nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Cremona.
Quarantadue anni, è proprietario del club camuno dall’estate scorsa dopo averlo rilevato dallo storico patron Ennio Bandini. Sallaku era già conosciuto alle forze dell’ordine: pregiudicato, viene scritto a fianco del suo nome nelle carte dell’ultima inchiesta che lo coinvolge. Nel 2002 finì in carcere nell’ambito di un traffico di auto di lusso rubate in Italia e rivendute nell’est Europa.
«Pur trattandosi di soggetto di rilievo da un punto di vista criminale, un fondamentale punto di riferimento dell’associazione, la sua posizione nella vicenda odierna è periferica rispetto al sodalizio ed esterna al medesimo», scrive il Gip di Cremona Salvini.
Sapeva muoversi bene Sallaku, tanto in Italia quanto all’estero, ma non è ai vertici dell’associazione per delinquere che per i magistrati è spaccata in due gruppi: uno bergamasco-camuno, a cui fa riferimento il quarantaduenne, l’altro cremonese.
«Provvede alla falsificazione dei documenti di circolazione, onde consentire ai veicoli di essere imbarcati da Marsiglia con destinazione Nord Africa e precisamente Libia», si legge nell’ordinanza. Era inoltre riuscito a costruirsi legami particolari con personale presente alla dogana del porto di Bari. E poi faceva girare tanti soldi.
In Italia da anni, radicato tra Sale Marasino, dove abita, e la Vallecamonica dove opera, Sallaku ha creato un impero acquisendo diversi ristoranti, oltre al Darfo. Nel corso dell’anno ha portato in valle giocatori di prima fascia, ad esempio il brasiliano Pià con un passato in Serie A, ma non è riuscito a centrare la promozione diretta dall’Eccellenza alla Serie D. Stava preparando una rivoluzione per l’estate: nuova dirigenza, nuovo allenatore e nuovi giocatori. Ora però è in carcere .
Il Darfo, attraverso un comunicato sul sito internet della società, «confida che venga fatta chiarezza al più presto sulla vicenda e conferma che tutti i servizi offerti verranno garantiti così come fatto fino ad oggi».
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