Rispettata la tradizione secolare: bentornato Badalisc
Lo scorso anno la tradizione secolare è saltata, ma ieri sera il «Badalisc» ha fatto la sua apparizione.
L’essere mitologico che si nasconde nei boschi di Andrista di Cevoè tornato con la sua «’ntifunada», confessando i peccati della comunità della Valsaviore, e per l’occasione gli è stata pure intitolata una piazza.
Un ritorno in grande stile, quindi, per una celebrazione che a Cevo è ancora parecchio sentita e appartiene ai ricordi e al folklore locale.
Per organizzare la messinscena è sceso in campo il nuovo gruppo promotore «Badalisc 2016», che ha sostituito gli «Amici del Badalisc», rimasti ormai senza forze.
La sera del 5 gennaio, dalle 20.30, il rito è stato rispettato con la cattura del Badalisc nei boschi di Andrista da parte dei giovani, la sfilata per le vie del paese scortato da un vecchio, una vecchia, una signorina e altri figuranti uomini, l’intitolazione della piazza da parte del sindaco Silvio Citroni e il discorso satirico letto da un interprete, che ha svelato «segreti e tresche della comunità». Il giorno dell'Epifania, poi, si fa il bis.
Il Badalisc ha una grossa testa in legno ricoperta di peli di capra, piccole corna, un’enorme bocca che spalanca regolarmente e occhi rossi che si illuminano; il corpo, senza arti, è fatto a sacco e procede imponente, scagliandosi contro la folla.
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