Prave, il borgo dove si vive di sole

Chiamatela sostenibilità intelligente. Che è la dimostrazione pratica che si può vivere di solo... sole. Località Prave di Mazzunno, «borgo» estivo a 1.100 metri di quota nel Comune di Angolo Terme, da quasi mezzo secolo vive senza Enel. E sta bene anche così.
«Veniamo qui da 35 anni, ho il mio pannello solare e faccio le ferie a costo zero», sottolinea l'amico Giulio Vezzoli. «Abbiamo un piccolo impianto con batteria e inverter che ci garantisce corrente quanto basta per avere almeno la luce. Entro un paio d'anni dovrebbero interrare le linee elettriche e portare corrente in tutte le case, ma, tra i costi fissi e i consumi, non so quanto sarà conveniente».
Una cascina senza comfort è pur sempre una cascina: ma quaranta baite «orfane» di televisione, lavatrici, impianto di riscaldamento e forni a microonde valgon bene una sbirciatina. Se poi si ha la (s)fortuna di arrivarci in una mattina di nebbie degne della miglior Transilvania, il gioco è fatto. Incrociamo fungaioli solitari, malgari pazienti e qualcuno alle prese con lavori di bricolage. Prave è un piccolo Eden di baite ristrutturate con buon gusto, un paio di stalle ancora in funzione e una chiesetta da far invidia a Heidi. Ma, prima di tutto, Prave è un'oasi scampata al dilagare delle comodità e all'urbanizzazione selvaggia.
«Non abbiamo neanche l'acqua calda perché l'impianto basta a garantire la luce, ma non a scaldare l'acqua», spiega Vanna, che da 22 anni ha scelto Prave come meta di vacanza. «Ma chi arriva qui non va più via: c'è chi sta ristrutturando altre cascine perché il posto è magnifico e ci si sente veramente in montagna». «Entro un paio d'anni Enel ha garantito che porterà a Prave la corrente elettrica», ha confermato il sindaco di Angolo Terme, Riccardo Minini. Che, a sua volta, ha qui la sua bella baita a pannelli solari e, in fondo in fondo, non sembra poi così dispiaciuto.
«L'acqua è arrivata soltanto due anni fa», aggiunge Vezzoli. «È stata sfruttata la vasca dell'acquedotto che serve anche la frazione di Paline di Borno, ma fino a tre anni fa andavamo ad attingere alla fontana qui vicino: già al mattino presto c'era la coda di persone con le taniche di plastica». Poi, la possibilita dell'urbanizzazione pubblica ha tentato i mazzunnesi e in molti hanno deciso di «cedere» almeno al servizio dell'acqua pubblica. E buonanotte poesia. «Le comodità fanno piacere a tutti», ammette Vezzoli. «Però fino ad oggi abbiamo tirato avanti così e non ci è mai mancato nulla».
Prave è questo: quaranta case che per quarant'anni hanno vissuto con la speranza che il sole sorgesse ogni mattina. E dove, prima di chiudere ante e lucernari a fine estate, è vietato dimenticarsi di spegnere l'interruttore della luce per non rischiare di rimanere al buio l'anno successivo. Prave è una fiaba a sfondo ecologico, da raccontare e ricordare.
Sergio Gabossi
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato