Valcamonica

Poca neve e tanto caldo: il bostrico passa dalle piante a terra a quelle vive

Per curare i boschi dell'Alta Valcamonica servirebbero alcuni milioni di euro, che ad oggi non sono disponibili
  • Alberi a terra in Val Palot, spazzati dalla tempesta Vaia
    Spazzati dalla tempesta Vaia, centinaia di alberi a terra in Val Palot
  • Alberi a terra in Val Palot, spazzati dalla tempesta Vaia
    Spazzati dalla tempesta Vaia, centinaia di alberi a terra in Val Palot
  • Alberi a terra in Val Palot, spazzati dalla tempesta Vaia
    Spazzati dalla tempesta Vaia, centinaia di alberi a terra in Val Palot
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Poca, pochissima neve durante l’inverno e tanto, tantissimo caldo nell’estate in corso. Una condizione così eccezionale che ha contribuito a far dilagare il bostrico, un piccolo insetto che attacca prevalentemente l’abete rosso, sviluppandosi sotto la corteccia e scavando cunicoli che interrompono il flusso della linfa, portando in poco tempo alla morte le piante.

Alberi che, in Vallecamonica, da quasi quattro anni, giacciono a migliaia a terra nei boschi del versante montano più a nord della provincia, abbattuti alla fine di ottobre del 2018 dalla furia della tempesta Vaia. Un insieme di fattori che, mischiati insieme, rischiano di compromettere gran parte delle foreste camune.

Danni enormi

Anche a occhio nudo, oggi, è possibile vedere gli effetti dannosi di questa situazione: basta alzare gli occhi sulle montagne, tra Sonico, Edolo, Temù, la Valle di Saviore, Ponte di Legno, Corteno Golgi, Sellero e Paisco, per vedere le grosse macchie marrone spento tra il verde. Un colpo al cuore, per una risorsa che, sia per l’equilibrio ambientale, sia per il turismo, è fondamentale in Vallecamonica.

Quest’estate, più di altri periodi, se n’è parlato in alcuni incontri pubblici; l’ultimo a Ponte di Legno nei giorni scorsi, dove sono intervenuti amministratori locali, dirigenti dei consorzi forestali ed esperti del settore. La consapevolezza di tutti è che non si può perdere ulteriore tempo, perché il bostrico si sta allargando a macchia d’olio, passando dalle piante a terra, le più attaccate, a quelle sane ancora in piedi. Inoltre è necessario intervenire in modo veloce, perché per lavorare in montagna, a quelle altitudini, ci sono solo pochissimi mesi, prima dell’inverno e della neve.

Nella realtà alcuni interventi mirati in determinate aree sono già stati effettuati, ma non basta. A mancare, in questo momento, sono soprattutto le risorse, perché quelle assegnate finora al territorio camuno non bastano proprio. Nell’incontro a Ponte di Legno è emerso che, per curare la porzione boscata dell’alta Vallecamonica, servirebbero almeno alcuni milioni di euro, che al momento non sono disponibili. Da qui la richiesta di maggiori attenzioni e fondi per curare i più bei boschi della provincia bresciana.

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