Valcamonica

Pellegrinaggio degli alpini in Adamello: celebrata la messa ad alta quota

Un momento significativo dell'iniziativa organizzata da Ana Vallecamonica e Trenot che ha preso il via giovedì
GLI ALPINI TORNANO IN ADAMELLO
AA

Il cinquantottesimo pellegrinaggio degli alpini in Adamello ha vissuto, con la messa celebrata al Rifugio Collini al Bedole, a Spiazzo in Val Rendena, uno dei momenti più significativi del raduno che ha preso il via nelle giornate di giovedì’ e venerdì con la partenza delle cinque colonne che a piedi hanno raggiunto il luogo di raccoglimento toccando i luoghi più suggestivi della montagna sacra alla patria. Un pellegrinaggio che vede coinvolte nell’organizzazione le sezioni ANA di Vallecamonica e Trento, con quest’ultima protagonista quest’anno e che ha portato in quota quasi 400 persone: infatti si è ricordato il centenario di fondazione e due figure storiche come Guido Larcher e Ferruccio Stefenelli, rispettivamente primo presidente e segretario della sezione trentina.

Le celebrazioni

Le celebrazioni sono iniziate ufficialmente quando il labaro nazionale ha fatto il suo ingresso scortato da quelle delle due sezioni che da sempre organizzano il pellegrinaggio, seguito dal presidente nazionale dell’ANA, Sebastiano Favero, dal consiglio direttivo nazionale al completo e dal colonnello Gaetano Celestre. Dopo l’alzabandiera e l’Inno d’Italia, il via alla messa celebrata da monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, amico degli alpini e amante della montagna. Tra i monti che evocano le vicende storiche e drammatiche della Prima Guerra Mondiale, delle vite italiane e austriache sacrificate alle rispettive patrie, la celebrazione ha invocato l’intercessione di Maria regina della pace, anche per il conflitto in corso in Ucraina.

  • Le immagini della messa in occasione del 58esimo pellegrinaggio alpino
    Le immagini della messa in occasione del 58esimo pellegrinaggio alpino
  • Le immagini della messa in occasione del 58esimo pellegrinaggio alpino
    Le immagini della messa in occasione del 58esimo pellegrinaggio alpino
  • Le immagini della messa in occasione del 58esimo pellegrinaggio alpino
    Le immagini della messa in occasione del 58esimo pellegrinaggio alpino
  • Le immagini della messa in occasione del 58esimo pellegrinaggio alpino
    Le immagini della messa in occasione del 58esimo pellegrinaggio alpino
  • Le immagini della messa in occasione del 58esimo pellegrinaggio alpino
    Le immagini della messa in occasione del 58esimo pellegrinaggio alpino
  • Le immagini della messa in occasione del 58esimo pellegrinaggio alpino
    Le immagini della messa in occasione del 58esimo pellegrinaggio alpino
  • Le immagini della messa in occasione del 58esimo pellegrinaggio alpino
    Le immagini della messa in occasione del 58esimo pellegrinaggio alpino
  • Le immagini della messa in occasione del 58esimo pellegrinaggio alpino
    Le immagini della messa in occasione del 58esimo pellegrinaggio alpino
  • Le immagini della messa in occasione del 58esimo pellegrinaggio alpino
    Le immagini della messa in occasione del 58esimo pellegrinaggio alpino
  • Le immagini della messa in occasione del 58esimo pellegrinaggio alpino
    Le immagini della messa in occasione del 58esimo pellegrinaggio alpino
  • Le immagini della messa in occasione del 58esimo pellegrinaggio alpino
    Le immagini della messa in occasione del 58esimo pellegrinaggio alpino
  • Le immagini della messa in occasione del 58esimo pellegrinaggio alpino
    Le immagini della messa in occasione del 58esimo pellegrinaggio alpino
 

A messa conclusa, ha preso la parola il presidente Favero: «Oggi noi siamo tornati in pellegrinaggio, anche se la pandemia ancor aleggia e la guerra è vicina in Europa. Con i nostri momenti di ricordo dobbiamo lanciare segnali alle nuove generazioni: messaggi come la pace, che deve essere praticata con la nostra capacità alpina di saper condividere ed essere al servizio degli altri. I giovani di oggi non sono diversi da quelli di ieri, siamo noi che non siamo capaci a trasmettere loro valori: chi ci governa questo lo deve capire. Noi proviamo a farlo con i nostri campi scuola e come siamo, armati di fede e di amore, andremo avanti nelle nostre azioni. Ce lo chiedono i nostri caduti e i nostri veci».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia