Ora lungo la ciclabile più bella d'Italia c'è anche il bar
Un po’ sogno, un po’ sorpresa. C’è tutta la magia della natura e di una terra che sta scoprendo solo ora quale è il suo potenziale nel progetto dell’Oglio bike bar, preso tra le mani dalla giovanissima Sara Pellegrinelli e lanciato nel futuro insieme alla sua famiglia. Perché se nelle fondamenta c’è un’azzeccata intuizione della Comunità montana (costruire un chiosco-punto d’incontro informativo sulla ciclabile più bella dell’anno), nel futuro del River (questo il nome del chiosco) c’è tutta la determinazione e la passione di una ventunenne che ha deciso di scommetterci.
Ha compiuto ieri un mese il River Oglio bike bar, la prima struttura di accoglienza lungo la pista ciclabile, in località Sales Spesse a Boario, realizzata dalla Comunità e assegnata in gestione a Sara, che ha vinto il bando. Se l’iter amministrativo è andato un po’ per le lunghe, non così è stato da quando le chiavi sono state consegnate: nel giro di poco, con le energie di tutta la famiglia, Sara ha messo in funzione il River, conferendogli personalità.
Un diploma da informatico in tasca (ma in realtà non ha mai pensato di avere a che fare con pc e scrivanie), lo scorso anno ha vissuto un’esperienza in Spagna e quindi nella Proloco, nella ricettività, ma nulla che le avesse fatto battere il cuore. Poi, durante una passeggiata, ha visto il cantiere e si è incuriosita. Da qui al 10 luglio è stato tutto un crescendo. Nel suo sogno ha coinvolto la sorella Elisa, che si alterna al bancone con lei, e un po’ tutta la famiglia, che le sta dando una mano (il disegno del bancone, per esempio, è della zia architetto).
Oggi la si può incontrare, ogni giorno dalle 7.30 alle 19.30, intenta a preparare colazioni, piccoli pranzi e aperitivi. Ma anche a dare informazioni (nel chiosco è presente un infopoint turistico) e ad assistere i ciclisti con una mini officina e la ricarica e-bike. «La scelta è di puntare sulla natura e sul bio: niente plastica e tutti prodotti locali, dai vini alla birra, dai formaggi ai salumi. «Mi è piaciuta subito l’idea e mi ci sono buttata - ci racconta Sara -, sono felice anche perché finora l’unica lamentela avuta è che chiudiamo troppo presto. Qui abbiamo l’entusiasmo a mille, come potrebbe essere diversamente visto che lavoriamo nel verde e vicino al fiume, tra gente che si gode il relax e con belle prospettive future?».
Guardando avanti le idee sono tante per far crescere il River: sistemare l’esterno, un campetto da pallavolo e qualche gioco per i bimbi, la veranda per l’inverno. Così cresce Sara e, insieme, il futuro turistico della Valle.
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