Omicidio Ziliani, la ricostruzione del caso dalla scomparsa alla sentenza
Laura Ziliani scompare a Temù l’8 maggio del 2021. È la figlia maggiore Silvia Zani, con una telefonata, ad aprire la vicenda che conclude oggi con la sentenza. La ragazza chiama il numero unico di emergenza raccontando che la madre, uscita per una passeggiata in montagna, non è tornata per l'appuntamento che aveva preso con lei, il suo fidanzato Mirto Milani e la sorella minore Paola.
Da quel momento si mettono in moto le ricerche. L'auto della donna è regolarmente parcheggiata da quando, la sera prima, è arrivata da Brescia per passare la festa della mamma con due delle sue tre figlie. Il telefono, localizzato l’ultima volta nella palazzina di via Ballardini di proprietà della donna, è muto e viene trovato dietro una scarpiera. Con le lacrime agli occhi lanciano anche un appello in televisione.
Le ricerche e il ritrovamento
Centinaia di volontari passano al setaccio sentieri, passeggiate, scarpate e boschi. Senza successo. Le tracce gps confermano che il territorio è stato battuto palmo a palmo e le telecamere della zona non hanno mai inquadrato l’ex vigilessa quel sabato mattina. Il 23 maggio, nei pressi del torrente Fumeclo, viene trovata una delle scarpe della donna, una Salomon. Chi l’ha scoperta però poco prima aveva visto due persone addentrarsi nel bosco, le aveva osservate dal balcone con il binocolo.
Le figlie Silvia e Paola e il fidanzato della maggiore sono intercettati. Tra loro parlano con insistenza del patrimonio della donna scomparsa e di quanto avrebbero guadagnato dalla sua sparizione. Il 28 giugno 2021 le sorelle Zani vengono iscritte nel registro degli indagati: sono accusate dell’omicidio volontario della madre. Nel fascicolo finisce anche Mirto Milani. Secondo il sostituto procuratore Caty Bressanelli, i loro racconti presentano diverse incongruenze.
Il corpo di Laura Ziliani viene trovato l’8 agosto 2021, a tre mesi esatti dalla scomparsa, da un bambino a passeggio con i genitori. Il cadavere è semi sotterrato a pochi metri dal fiume Oglio, indossa solo la biancheria intima. L’autopsia evidenzia tracce di farmaci negli organi: si tratta di benzodiazepine, in quantità sufficiente per stordirla ma non per ucciderla. Dall’analisi dei medici legali emerge che la causa della morte è il soffocamento. I medici confermano anche che il decesso risale alla notte tra il 7 e l’8 maggio e che prima di essere uccisa Laura Zani ha mangiato dei muffin.
Gli arresti e il processo
Il 24 settembre 2021 i carabinieri di Breno si presentano nell’appartamento nella zona nord del paese, dove i tre ragazzi vivono insieme, per eseguire un’ordinanza di custodia cautelare. Per loro si aprono le porte del carcere. Dalle celle non sono più usciti. La svolta definitiva arriva da Canton Mombello dove Mirto Milani è detenuto. A un compagno di cella racconta la verità e quelle confidenze arrivano agli inquirenti.
A maggio, quando vengono chiuse le indagini, i tre indagati si rendono conto che carabinieri e procura ormai sanno tutto e confessano. Deposizioni lucide e complete poi ripetute anche in aula. Fino alla sentenza di ergastolo per tutti e tre gli imputati pronunciata il 7 dicembre 2023.
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