Valcamonica

Omicidio Laura Ziliani: «Le dissi che era stata avvelenata e si arrabbiò»

I sospetti di Riccardo Lorenzi sono diventati certezze: aveva capito tutto dopo quel weekend tra il 16 e il 18 aprile 2021
Laura Ziliani in una fotografia tratta dal suo profilo Facebook
Laura Ziliani in una fotografia tratta dal suo profilo Facebook
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I sospetti sono diventati certezze. Riccardo Lorenzi il compagno di Laura Ziliani aveva probabilmente capito tutto dopo quel fine settimana tra il 16 e il 18 aprile in cui l’ex vigilessa di Temù aveva accusato uno strano malore. Durato oltre 48 ore. «Quando ci incontrammo di persona il lunedì arrivai persino a dirle che l’avevano avvelenata. Lei si arrabbiò per la mia affermazione».

In quel weekend Laura Ziliani era realmente stata avvelenata dalle figlie Paola e Silvia Zani e da Mirto Milani, compagno della maggiore. «Altro non era che il prodromo dell'omicidio» secondo gli inquirenti.

Nell’interrogatorio del 12 giugno il compagno dell’ex vigilessa raccontò: «Il 16 aprile era andata al mattino a fare un’escursione. Mi aspettavo che mi chiamasse in serata, così come facciamo tutte le sere, ma ciò non è accaduto. Le ho inviato un messaggio augurandole la buonanotte alle 22.42, ma non ho avuto risposta, cosa che mi ha lasciato stupito». Il mattino dopo iniziano i dubbi: «Alle 12.28 mi ha scritto un messaggio pieno di errori. Sono rimasto stupito sia dal fatto che avesse dormito tanto e ancor di più per il messaggio. Non sbagliava mai a scrivere».

Da sinistra Laura Ziliani, Paola e Silvia Zani. Nel riquadro Mirto Milani - Foto tratte dai profili Facebook
Da sinistra Laura Ziliani, Paola e Silvia Zani. Nel riquadro Mirto Milani - Foto tratte dai profili Facebook

Finalmente la coppia riesce a parlarsi al telefono: «Mi ha detto che dopo una cena con Silvia, Paola e con Mirto, si è adagiata sul divano e si è addormentata. Solo dopo essersi svegliata alle ore 12.30 circa, le figlie le avevano raccontato che si era addormentata sul divano e, al momento di andare a letto, non erano state in grado di svegliarla. L’avevano quindi accompagnata di peso sino a letto dov’era stata anche spogliata e le avevano messo il pigiama. Laura non ricordava nulla. Mi ha detto di non sapere cosa fosse accaduto e di non sentirsi bene».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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