Olimpiadi del 2026: l’Alta Valcamonica continua a crederci
C’è ancora spazio per sognare. C’è ancora tempo per sperare. E ci sono ancora carte da giocare. Non è affatto chiusa la partita per la scelta della località sciistica che, nel 2026, dovrà ospitare le gare dimostrative di scialpinismo alle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina.
Subito dopo l’allegra sbornia, a fine luglio, per la notizia che il Cio, Comitato olimpico internazionale, a Tokyo, durante l’edizione dei Giochi estivi a cinque cerchi in Giappone, aveva deciso all’unanimità di ammettere lo scialpinismo nei Giochi invernali del 2026, è iniziata a circolare la notizia che l’organismo aveva deciso di non aggiungere nuove sedi a quelle già prescelte. Un fatto che significava una sola cosa: a giocarsela sarebbero quindi rimaste solo Bormio e Cortina, con quest’ultima che, secondo alcune indiscrezioni di stampa, avrebbe tutta l’intenzione di fare un passo indietro.
Cautela. In realtà, stando alle informazioni in possesso del sindaco di Ponte di Legno Ivan Faustinelli, che è anche il coordinatore dell’apposito comitato istituito due anni fa, la partita sarebbe tutt’altro che chiusa. Perché, a discapito delle informazioni circolate, «la decisione avverrà il prossimo anno, nel 2022». Per questo, sottolinea il primo cittadino, «fino ad allora tutti noi faremo il possibile per essere protagonisti dei Giochi». A parte la scelta di inserire ufficialmente lo scialpinismo quale disciplina olimpica, altre novità non ci sarebbero. «Il comitato e noi amministratori - aggiunge Faustinelli - non abbiamo in programma incontri ufficiali o manifestazioni, ma abbiamo dei contatti con persone che sono nell’ambiente e con queste stiamo operando da tempo».
Di più non è dato sapere, anche perché la partita è delicata e ogni mossa non ben calibrata potrebbe pregiudicare il lavoro svolto finora. Si agisce quindi sotto traccia e a bocche cucite, ma con una speranza che, a oggi, per Ponte-Tonale in termini percentuali sarebbe almeno di cinquanta a cinquanta.
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