Valcamonica

Occhi... a mandorla: con gli sci fino alla vetta

Il 31enne camuno Martino Occhi, insieme a due compagni, ha raggiunto la vetta del Muztagh Ata in Cina, a quota 7.546 metri
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Occhi... a mandorla sul tetto del mondo dello sci d’alpinismo. Il 31enne camuno Martino Occhi, insieme ad Alex Salvadori (della Val Rendena) e Tiziano Vanzetta (Val di Fiemme), ha raggiunto la vetta del Muztagh Ata in Cina, a quota 7.546 metri. La meta più alta al mondo nell’ambito di questo sport.
 
«Ci siamo conosciuti facendo sci d’alpinismo a livello amatoriale - racconta Martino, di professione agronomo -. La preparazione e lo spirito di squadra sono importantissimi, per due mesi ogni fine settimana siamo andati insieme sul Monte Bianco, sul Cevedale e su altre cime».
 
Poi l’avventura, durata 17 giorni. Il 29 giugno la partenza alla volta del Kirghizistan, i controlli per entrare in Cina e quindi su, fino ai 4.400 metri del campo base. «È necessario bere dai 4 ai 6 litri d’acqua al giorno perché il corpo fatica ad assorbire ossigeno, alcune notti abbiamo faticato a dormire a causa dei forti mal di testa...».
Dal campo base, i tre hanno ripreso la faticosa salita. «Ci sono due possibilità per salire ad alta quota: montare campi intermedi per abituare il corpo ad adattarsi alla situazione oppure utilizzare periodicamente prima della partenza la camera iperbarica. Noi abbiamo preferito la prima».
 
Ad una temperatura tra i -6 e i -10 gradi in tenda, -20 percepiti all’esterno a causa anche del vento, Martino è comunque riuscito a raggiungere la vetta il 16 luglio, precedendo i compagni di 150 metri.
 
Raggiunto l’obiettivo, il bresciano ha atteso gli altri nella città di Kashgar, nella regione autonoma dello Xinjiang, mentre Alex nei giorni successivi è riuscito a raggiungere la vetta. Poi, tutti insieme, sono tornati in Kirghizistan: il 24 luglio l’arrivo in Italia.
 
«A darmi forza sono state probabilmente altre esperienze vissute in tutto il mondo - spiega Martino -. Negli ultimi anni sono stato in Sudafrica, in Patagonia, sui vulcani dell’Indonesia, in missione in Tanzania. Viaggi di questo tipo fanno crescere; entrare in contatto con altre culture mi ha arricchito».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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