Niente contatori, ma la bolletta dell’acqua adesso sarà più equa
Anche il Papa, l’altro giorno, ha affermato che l’acqua è un bene primario per tutti e che privatizzarla è inaccettabile. Non ci sono certo fini spirituali dietro la scelta di 23 Comuni valligiani di non installare i contatori dell’acqua, ma di far pagare l’erogazione, il consumo e la gestione della risorsa a forfait (o a «spina», come viene correntemente chiamato questo sistema).
Tra questi c’è Breno, che da sempre - e senza alcuna intenzione di cambiare -, garantisce acqua potabile abbondante - e molto buona - nelle case di tutti (l’oro blu viene incanalato dalla sorgente dei Fontanoni). Una novità, quest’anno, è però stata introdotta, più che altro per avere un sistema che sia un minimo più equo nel pagamento della bolletta idrica. Dal 2018 la tariffa dell’acquedotto e della depurazione è stata modificata per i circa 5mila brenesi, passando dal sistema a spina a quello del numero di componenti il nucleo famigliare. Fino ad ora tutte le famiglie hanno pagato per il servizio idrico il medesimo importo a prescindere dal numero di componenti: un single ha sborsato gli stessi soldi di una famiglia composta da cinque persone.
In base al nuovo sistema, invece, un nucleo di una persona paga oggi in bolletta per la tariffa dell’acquedotto in un anno 69 euro, due persone ne sborsano 90, tre 110 euro, 4 125, 5 140, 6 150 e da 7 in poi 160 euro. Nessuna intenzione, né ora né mai, di introdurre i contatori, ma «solo» la voglia di far pagare in modo più equo: «Per noi - spiega il sindaco di Breno Sandro Farisoglio - resta non corretto tassare l’acqua, perché è una risorsa già del cittadino e che la nostra montagna ci offre. Una volta tanto anche che vive tra i monti ha un vantaggio, perché non farlo valere?».
L’Amministrazione fa così sborsare ai brenesi non la quantità di acqua consumata, ma il solo costo effettivo della depurazione, dividendo tra gli utenti la fattura che il gestore della depurazione emette al Comune e i costi di mantenimento dell’acquedotto, necessari per far arrivare l’acqua sempre in condizioni ottime nelle case (per la pulizia di vasche e tubature, le manutenzioni ordinarie e straordinarie e futuri investimenti per l’efficienza dell’impianto).
I costi per la depurazione e il mantenimento dell’acquedotto pagati dal Municipio brenese sono di 326.892 euro: «D’ora in avanti - prosegue Farisoglio - ogni cittadino pagherà solo una quota di quesa somma, senza alcun rincaro del Comune. L’acqua non è un costo, è il bene più prezioso che il nostro territorio offre. Grazie a questo sistema sono stati introdotti risparmi importanti per chi vive solo, per le coppie e le famiglie di tre componenti».
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