Niente chiosco, Lago Moro a bocca asciutta
«Un posto al sole», ma...restando ancora a bocca asciutta. Nuova puntata nell’infinita soap opera del chiosco-bar di Capo di Lago: dopo il buon esito del bando pubblico indetto dal Comune, che a fine aprile aveva permesso di individuare il nuovo gestore del servizio, un ricorso presentato da un privato ha fatto saltare ancora l’assegnazione della licenza.
Così, dopo due anni di stop accompagnati da denunce, errori, parcelle di avvocati e sentenze del Tar, la «spiaggia» del Lago Moro saluta la terza estate consecutiva senza il servizio-bar offerto dal piccolo chiosco (resta aperto il bar nel centro della frazione). Al bando comunale avevano partecipato due concorrenti: e con un’offerta di 4.166 euro (la base d’asta era 3mila euro), il «Bar City» di Darfo l’aveva spuntata sul bar ristorante «La cuna del Lac» di Capo di Lago. Proprio mentre i funzionari del Comune stavano definendo gli ultimi dettagli in vista dell’apertura - annunciata per metà giugno -, in piazzale Lorenzini è arrivata l’ennesima doccia gelata: ancora un ricorso che ha costretto gli amministratori a correre ai ripari e a «congelare» l’assegnazione della licenza, tra lo stupore e la rabbia del vincitore. Sui contenuti della denuncia nessuno si sbilancia ma, nel mirino, stavolta sarebbe finito il chiosco provvisorio che si trova sul bagnasciuga da circa tre anni. E, quindi, secondo la legge provvisorio non è più perché non ha rispettato le caratteristiche di un «uso realmente precario e temporaneo, per fini specifici, contingenti e limitati nel tempo».
Risultato: la struttura in legno grande come quattro cabine telefoniche, rappresenta un abuso edilizio che inibisce l’apertura della nuova attività e obbliga l’Ufficio tecnico del Comune a regolarizzarne la posizione. Ma c’è di più. Secondo alcune indiscrezioni, ci sarebbe da sciogliere un altro nodo: nel contratto di assegnazione della licenza al vincitore del bando, è specificato che i nuovi gestori sono tenuti all’apertura dei servizi igienici che si trovano al piano terra del centro informativo e a garantire la manutenzione del verde su tutta l’area riservata ai turisti: la zona del «roccione», la riva dove si trovano le panchine e il prato attorno al chiosco. Ma il ricorrente sosterrebbe di essere diventato proprietario per usucapione di una parte di quell’area attorno al lago. Anche su questo punto, i tecnici comunali dovranno fare chiarezza.
Sergio Gabossi
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