Valcamonica

Niardo, dopo l'esondazione l'imperativo è tornare alla normalità

Sono una trentina i niardesi ancora fuori casa. Si lavora senza sosta per liberare le strade dal fango
NIARDO, IL GIORNO DOPO
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Liberati, per quanto possibile, gli alvei dei torrenti Re e Cobello a Niardo e Braone, ora bisogna sgomberare le strade e le case invase da fango e dai detriti. Un lavoro che richiderà tempo e pazienza, ma davanti al quale i camuni non hanno indietreggiato, supportati dal lavoro indefesso di vigili del fuoco, protezione civile e volontari arrivati da tutta la provincia.

 

 

Il sopralluogo dal cielo sul monte Bisone ha iniziato a chiarire la dinamica di quanto successo la notte tra mercoledì e giovedì e, se al momento è ancora difficile quantificare i danni, tanto ingenti da spingere il sindaco Carlo Sacristani a chiedere alla Regione lo stato di emergenza, una buona notizia si profila a metà giornata. Il giorno dopo il disastro, il numero degli sfollati si è ridotto sensibilmente. Dei 260 niardesi che hanno trascorso la notte ospiti di parenti e amici, restano ancora fuori casa un gruppo di trenta persone. Il primo cittadino continua a tenere le fila di quanto sta accadendo in paese e conferma che l’elettricità è tornata ovunque, mentre restano in sospeso il metano e per alcune abitazioni anche l’acqua. 

Il mantra dei niardesi

Il giorno dopo l’esondazione dei torrenti Re e Cobello la gente ha voglia di tornare alla normalità e tutti, in paese, si rimboccano le maniche. Il fatto che non ci siano state vittime nell’esondazione - come invece avvenne nel 1987 - è il mantra che gli abitanti del paese camuno si ripetono, mentre guardano le loro case disastrate.

La popolazione si è risvegliata con poche ore di sonno alle spalle, ma con il vigore di chi vuole riportare ordine. Ci vorrà un po’ per liberare via Brandibusio dal fango e dalle grosse pietre che la montagna ha scaricato l’altra notte. Al lavoro, senza sosta, ci sono i mezzi dei vigili del fuoco e i tanti privati che, in ogni modo, stanno portando il loro aiuto. Così come sta facendo la Protezione civile: colpisce la giovane età dei volontari, arrivati da tutta la Valcamonica, giunti a Niardo con il solo intento di dare una mano e portare sollievo alle persone colpite dal disastro.

  • Si lavora senza sosta per liberare Niardo da fango e detriti
    Si lavora senza sosta per liberare Niardo da fango e detriti
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Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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