Nel bosco degli gnomi e delle civette
Un angolo di fiaba. Che compare, all'improvviso, nell'ultimo tratto di strada prima di giungere al lago artificiale della Val Belviso. Gnomi, folletti, gufi. Ma anche uno scarpone da montanaro e la timida civetta. Opere d'arte, intagliate nei ceppi di abete da Andrea Fanchi, maestro del legno nato e cresciuto a Teglio.
In Val Belviso c'è dunque un bosco abitato da personaggi curiosi che in estate allieta i moltissimi turisti che visitano la valle.
La Val Belviso è l'ultima valle del Parco delle Orobie valtellinesi. Partendo dal passo dell'Aprica, si giunge alla diga di Frera imboccando dalla statale 39 la strada - in gran parte sterrata - che conduce dapprima alla contrada Liscedo, per poi proseguire verso la valle. Dal Ponte Ganda all'imponente muraglione della diga di Frera che forma il lago artificiale di Belviso ci sono sei chilometri. Per raggiungerla, si deve camminare almeno due ore, se non si è troppo allenati. Ed è proprio nel tratto finale, quello più ripido, che le opere d'arte di Fanchi accolgono, incuriosiscono, attraggono.
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