Valcamonica

Nasce un micronido nella «comunità che educa»

Servizio attivo a Malegno per dieci bambini. È nata l’associazione che lavora per i giovani
Il Centro di comunità in cui ha sede il micronido - © www.giornaledibrescia.it
Il Centro di comunità in cui ha sede il micronido - © www.giornaledibrescia.it
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Malegno continua a essere punto di riferimento per l’educazione dei più giovani. E lo conferma anche in questo inizio d’autunno, con l’avvio di due iniziative collocate sempre nel Centro di comunità Ales Domenighini. A settembre è stato attivato il micronido Sorrisi e coccole dell’Associazione genitori Marianna Vertua, che si prende cura di una decina di bimbi da zero a due anni, mentre a ottobre è nata l’associazione Malegno comunità che educa.

Il gruppo si incontra da quasi un anno per capire cosa significa lavorare uniti per l’educazione di bambini e ragazzi camuni. Vi aderiscono le agenzie educative presenti in paese e nel territorio: Comune, istituto comprensivo Bonafini, Associazione genitori, cooperativa Arcobaleno con Casa del fanciullo, Solco camunia, fondazione Musil e Pia Fondazione.

La prima proposta è un percorso destinato a genitori ed educatori gestito da Massimo Serra, formatore conosciuto nel territorio bresciano per le sue capacità, in partenza martedì al Centro di comunità. In cantiere ci sono poi progetti finalizzati a lavorare perché Malegno possa diventare sempre più un paese a misura di bambini e adolescenti. «Malegno comunità che educa» è finaziato da un bando di Fondazione Cariplo vinto grazie all’Associazione Comuni virtuosi, cui Malegno appartiene.

«Il micronido è l’ultimo tassello che mancava per completare l’offerta a favore dei nostri minori - spiega il sindaco Paolo Erba -: oggi garantiamo servizi da zero a 14 anni dalla prima mattina sino al pomeriggio: sezione primavera per i 24-36 mesi, scuola dell’infanzia, doposcuola e mensa per elementari e medie. In questo modo permettiamo alle famiglie di Malegno e dei paesi limitrofi di non dovere scegliere tra lavoro e cura dei bambini».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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