Montecampione Ski Area, Iorio getta la spugna: la società cambia padrone
Dopo una bella notizia, ovvero l’acquisto all’asta degli hotel a quota 1.200 e 1.800 metri da parte di investitori privati, per Montecampione è arrivata subito la tegola: alla viglia dell’inverno, l’imprenditore camuno Stefano Iorio ha sottoscritto con la società Special Situations un contratto di cessione della holding Misa Montecampione, che detiene l’87% della Montecampione Ski Area (la srl proprietaria degli impianti).
La Special Situations è una società milanese specializzata nella consulenza e gestione di situazioni aziendali complesse, in grado di assistere l’impresa nelle crisi aziendali. Iorio resterà in carica ancora qualche settimana, giusto il tempo di approvare il bilancio, quindi uscirà di scena, lasciando alla nuova realtà la non facile decisione sulla riapertura degli impianti: la consapevolezza di tutti è che sarà molto complicato.
Amarezza
«La decisone che ho dovuto prendere - afferma Iorio - è stata una delle più difficili della mia vita imprenditoriale. Ma oramai era una lotta contro i mulini a vento: altre località hanno il totale appoggio e supporto del settore pubblico, io sono stato lasciato solo a pagare i debiti che il pubblico mi ha lasciato. Ho cercato in tutti i modi di avere un supporto, ma è sempre mancata la volontà politica. Avrei potuto veramente cambiare Montecampione, ma a un certo punto una persona deve capire quando si deve fermare. Ora chi ha preso il testimone avrà molto più di me la forza di mettere gli enti pubblici di fronte alla dura realtà: o collaborano oppure Montecampione non ha futuro».
A reagire per primo è stato il Consorzio Montecampione, che ha convocato per lunedì una conferenza stampa al cinema. «La situazione - afferma Paolo Birnbaum, presidente del Consorzio - è poco chiara, non credo sia stata ceduta la società, ma solo la gestione, non la proprietà: sono tutti aspetti che cercheremo di chiarire lunedì».
Difficoltà
Stefano Iorio era entrato come socio di maggioranza in Montecampione Ski Area nell’ottobre 2016, prendendosi in carico i debiti della società e accorgendosi in un secondo momento, spiega, che la componente pubblica non partecipava ai progetti di valorizzazione
. «Enormi le difficoltà causate da impianti obsoleti e da revisionare - aggiunge - ma tanti gli investimenti che abbiamo fatto, come due revisioni generali sugli impianti a 1.800, una serie di revisioni speciali e un ammodernamento dell’innevamento. Mi sono rivolto a Comuni ed enti sovracomunali per chiedere collaborazione e aiuto, ma ho ricevuto sempre solo risposte negative. Nelle ultime settimane, l’affacciarsi di investitori (il riferimento è all’acquisto degli alberghi, ndr) li ha quasi miracolosamente risvegliati dal lungo torpore, ma per me erano venute meno le condizioni per continuare».
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