Migranti, sindaci sulle barricate: «Stop agli arrivi»
Nella Valle che ha dato «i natali» al progetto di accoglienza diffusa si rafforza il fronte del no all’arrivo di nuovi richiedenti asilo in Valcamonica.
Dando per scontata l’opposizione degli amministratori leghisti, anche alcuni primi cittadini che in passato avevano dato il loro consenso - o perlomeno non avevano preso posizioni nette - hanno reso esplicita la loro contrarietà, dopo che una settimana fa il prefetto di Brescia è salito a Breno per illustrare il nuovo piano di accoglienza approvato dal Governo.
Il documento prevede l’obbligo di ospitare un numero di stranieri per abitante. Tra chi è passato dalla parte del no c’è il sindaco di Berzo Inferiore Ruggero Bontempi, che aveva accolto tre richiedenti asilo ma che ora è contrario all’aumento a sette. «Non aderiamo al nuovo progetto proposto dal prefetto - dice Bontempi -, perché non si può sempre invocare il senso di solidarietà per nascondere l’incapacità ad affrontare i problemi a livello nazionale e invocare la sussidiarietà richiamando al dovere i Comuni senza mai ricordarsi che esistono anche i diritti dei cittadini di pretendere servizi dignitosi e un posto di lavoro».
Sulla stessa linea il sindaco di Bienno Massimo Mauggeri: anche per lui le Amministrazioni non possono continuamente essere messe in difficoltà per coprire gli errori del Governo. Proprio a Bienno è partita una raccolta firme per dire «no» all’accoglienza e sta nascendo un apposito comitato. Secondo la segreteria provinciale della Lega, con i vertici politici e gli amministratori, la richiesta del prefetto di reperire ulteriori posti per far fronte all’ennesima emergenza di migranti è «un tentativo pericoloso, perché quanto sta accadendo è fuori da ogni controllo ed è causa dell’aumento di intolleranza, che sfocia in paura e insicurezza, soprattutto guardando al nostro passato in cui invece nessun italiano è mai entrato in un paese straniero da clandestino, ma chiedendo il permesso e ottenendolo solo lavorando onestamente».
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