Valcamonica

Mezzi noleggiati solo sulla carta: fatture false per 2,5 milioni

Fatture false per 2,5 milioni di euro: sono quelle contestate ad un'azienda camuna che realizza impianti per la fornitura di energia elettrica
Accertamenti della Guardia di Finanza (archivio) - © www.giornaledibrescia.it
Accertamenti della Guardia di Finanza (archivio) - © www.giornaledibrescia.it
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Fatture false per 2,5 milioni di euro. Tutte attestanti il noleggio di mezzi tecnici di cantiere che di fatto, secondo gli investigatori delle Fiamme Gialle di Edolo, figurava solo sulla carta. Per questo sono finite nei guai otto persone (tra cui 5 camuni e altri 3 bresciani) cui vengono contestati i reati di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti e di emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Al centro della vicenda una azienda camuna - il nome non è stato reso noto al momento - operante nel settore della realizzazione di impianti per la fornitura di energia elettrica.

Questo almeno quanto emerso dalla verifica fiscale, per gli anni d’imposta dal 2012 al 2016, operata dai militari della Brigata della Gdf camuna. L’attività ispettiva - spiega una nota - è stata orientata prevalentemente ad accertare la veridicità delle operazioni commerciali poste in essere dall’impresa verificata, con particolare riferimento a tutte quelle transazioni commerciali relative al noleggio di mezzi tecnici impiegati nei cantieri.

A indurre gli investigatori a contestare la falsa fatturazione il fatto che i documenti contabili attestavano il noleggio di mezzi di cantiere che in realtà risultavano impiegati, nello stesso periodo e contemporaneamente, in altri cantieri situati in diverse regioni d’Italia.

«Con tale escamotage - chiariscono le Fiamme gialle - l’imprenditore realizzava un duplice illecito profitto: da un lato, i costi per tali falsi noleggi venivano, contestualmente, “compensati” con falsi ricavi dovuti all’emissione di altre fittizie fatture a soggetti compiacenti e, dall’altro, i crediti Iva accumulati venivano utilizzati per “chiudere” i debiti tributari della società». Le imposte Iva recuperate dovrebbero ammontare a oltre mezzo milione di euro.

 

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