Messa in miniera, negli abissi per dir grazie al Cielo
Pisogne si è ritrovata laggiù, nel ventre caldo della terra dove il lavoro degli uomini e dell’acqua hanno disegnato cattedrali di ferro e calcare. Centocinquanta “talpe” senza sindrome da claustrofobia, ieri pomeriggio, hanno preso parte alla Messa di fine anno nella miniera “Quattro Ossi” di Pontasio: una tradizione trentennale che, grazie all’impegno e alla sinergia tra il Cai di Pisogne e i gruppi Speleo Cai di Lovere e Montorfano, dispensa ancora suggestioni e brividi a costo zero.
Tra gli “Indiana Jones” della Quattro Ossi, anche il sindaco di Pisogne, Diego Invernici. Sull’altare di pietra “filante” di muschi e muffe, don Riccardo Camplani e don Ettore Gorlani hanno celebrato la Messa. “Quando usciremo da questo luogo buio e chiuso, ritroveremo l’esplosione di luce che ci ridarà forza e coraggio”, sono state le parole dell’omelia. “Così, Dio ci invita ogni giorno ad aprirci agli altri e a farci dono per i fratelli”.
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