Valcamonica

Mamma no vax falsifica i certificati e si vanta online

Ora la scuola materna frequentata dalla figlia sporgerà denuncia per capire se e come la donna abbia falsificato i documenti
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Che sia un pasticcio, una polemica, un problema serio, un grattacapo o uno scherzo poco importa. Chiamatelo come volete, ma quanto sta accadendo in queste ore in Valcamonica ha già fatto il giro del web ed è destinato a finire sui tavoli della magistratura.

Una conversazione su Facebook di una mamma no vax, che si è vantata di aver falsificato un documento sui vaccini della propria figlioletta e di aver così «gabbato» (il termine è più colorito) i responsabili della scuola materna Maria Bambina di Esine, ha scatenato un putiferio sia in paese sia in tutta Italia. Al punto che quest’oggi i vertici dell’asilo andranno dai carabinieri per sporgere una querela.

Un atto utile ad avviare l’iter di accertamento da parte dell'Ats sulla veridicità di quanto affermato dalla mamma e del documento presentato alcuni mesi fa. Nel frattempo, tanto il dialogo tra le mamme quanto la pagina Facebook della Maria Bambina sono spariti dal social. La scuola ha scritto di aver attivato tutte le verifiche del caso, riservandosi di procedere per la tutela dei piccoli utenti e delle famiglie, ringraziando anche le tante segnalazioni arrivate da ogni parte d'Italia.

Post e pagina cancellati perché, in poche ore, sono stati subissati di messaggi, sia privati sia pubblici, non tutti educati e corretti. Il modo per interrompere questa «catena di Sant'Antonio» perversa è stato quello di eradicare lo scritto da Facebook. Nel frattempo, però, qualcuno aveva già salvato e diffuso tutto. La pagina «No alle pseudoscienze» ha pubblicato l'immagine del dialogo, rilanciata su Twitter e anche da un giornalista di Repubblica.

Inoltre i responsabili della pagina hanno riportato d'aver segnalato il caso alle autorità, salvando i contenuti spariti e commentando: «Vi piace fare i furbi? Bene, state pronti ad accettare le conseguenze del vostro genio». Gli ex amministratori della scuola materna, in carica nel periodo dei fatti, fanno sapere di non avere il potere di accertare se quanto affermato dalla mamma sia vero, perché sono semplicemente in possesso di un documento che è stato loro consegnato e sul quale non sono previsti controlli. Per questo sporgeranno querela, affidandosi alle verifiche delle autorità assistiti da un avvocato. La madre è conosciuta per le sue posizioni contrarie ai vaccini. Dalle prime informazioni sembrava che fosse iscritta all’associazione Comilva, acronimo per Coordinamento del movimento italiano per la libertà di vaccinazione. La onlus ha però inviato una mail in redazione in cui spiega che «da nostre verifiche non risulta che la signora sia una socia dell'associazione in regola con l'iscrizione», specificando come «in nessun caso viene consigliato di produrre false documentazioni o certificazioni: questo comportamento, oltre ad essere perseguibile ai sensi di legge, rappresenta un atto totalmente contrario ai principi di consapevolezza e responsabilità che l'associazione».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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