L’Oglio «fa spazio» ai tecnici per riattivare la centrale
Da qualche giorno il fiume Oglio non scorre più, nel tratto a sud di Cividate, nel suo letto abituale. Il flusso delle acque è stato deviato verso una sponda per bypassare la centrale idroelettrica che, a partire dalla fine di ottobre, è ferma e non sta più svolgendo la sua funzione. Dopo il maltempo e l’onda di piena del 29 ottobre, infatti, le turbine si sono fermate e neppure più un kilowatt di energia è stato prodotto.
La deviazione del fiume si è resa necessaria per consentire ai tecnici di scendere nel greto dell’Oglio per riparare la cinghia, compromessa dalla quantità enorme di materiali, soprattutto sassi, che si sono infilati alla base della centrale e negli ingranaggi trasportati dalla furia dell’acqua (diversamente, avrebbero dovuto chiamare a operare dei sommozzatori, con rischi ben maggiori).
Le indagini. Dalle analisi condotte sul manufatto, si è stabilito che lo stop produttivo è stato determinato dagli eventi straordinari meteorologici, e non a causa di qualche difetto di costruzione dell’impianto stesso. Per questo a pagare i danni, compresi i mancati introiti, sarà l’assicurazione «all risk» stipulata dal Comune di Cividate. «Il fiume è stato deviato la scorsa settimana, consentendo all’impresa di intervenire perché il letto, in quel tratto, è completamente prosciugato - riferisce il sindaco Cirillo Ballardini -. Dalle verifiche dei periti è emerso che i danneggiamenti sono dovuti ai tanti materiali che hanno sbattuto contro la base della centrale, impatti che hanno rotto la guaina. Una parte di questi detriti è anche entrata all’interno. Per questo motivo in queste ore gli operai stanno eseguendo una sorta di spurgo, per eliminare appunto sassi e detriti».
I rimborsi. La centrale sull’Oglio di Cividate è entrata in funzione a gennaio 2018. I primi due mesi sono stati dedicati alla taratura dei macchinari, mentre gli ultimi due, novembre e dicembre, è rimasta in stallo perché danneggiata. Nonostante tutto, i proventi ricavati in otto mesi sono stati sufficienti al Comune per coprire le spese (in particolare il mutuo) e chiudere in pareggio. «Con i fondi che arriveranno dal risarcimento dell’assicurazione - specifica Ballardini - alla fine andremo in utile, così come avevamo calcolato, per circa 80mila euro. In barba a chi diceva invece che era un’opera sbagliata e ci criticava». Se non ci saranno ulteriori complicazioni, l’intervento si dovrebbe chiudere entro fine mese e a marzo dovrebbe riprendere la produzione di energia elettrica.
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