Valcamonica

Le marmotte stanno per tornare nella conca del lago d'Aviolo

In zona mancano dal 2000: il Parco dell’Adamello ne catturerà 40 a Livigno e le libererà attorno al lago
Fauna alpina. Due esemplari di marmotta, animale tipico delle nostre montagne
Fauna alpina. Due esemplari di marmotta, animale tipico delle nostre montagne
AA

Nell’immaginario comune sono fonte di divertimento e stupore quando si va in montagna: durante una gita o un trekking in quota il fischio delle marmotte, che si richiamano da un capo all’altro delle vallate, è uno degli aspetti caratteristici della natura alpina. Nella conca dell’Aviolo, intorno al lago verdissimo tanto fotografato in questi anni, le marmotte, purtroppo, mancano da un po’.

Il primo ad accorgersene è stato il vecchio gestore del rifugio, abituato a sentirle «vociare» per tutta la primavera e l’estate e, da tempo, orfano dei loro allegri fischi. Ha continuato a segnalarlo, agli esperti e agli avventori del rifugio. Finché uno studio scientifico del Parco dell’Adamello ha dato ragione a quelle sensazioni: poco prima del 2000 c’è stata una drastica riduzione della popolazione di marmotta, prima presente in buona densità e ridotta oggi a meno di una decina di esemplari (forse tre o quattro).

Perché sono scomparse le marmotte dalla zona

Il lago d'Aviolo - Foto Claudio Bertenghi per Zoom © www.giornaledibrescia.it
Il lago d'Aviolo - Foto Claudio Bertenghi per Zoom © www.giornaledibrescia.it

La causa, in particolare, sarebbero due inverni molto freddi e senza copertura nevosa, che hanno impedito il formarsi della barriera termica protettiva degli animali in letargo, determinandone la morte. L’elaborazione dei dati delle serie climatiche effettuate a dicembre 2021 colloca, per la precisione, nell’inverno 1998-1999 il periodo di scomparsa delle marmotte dalla conca dell’Aviolo, esattamente come riferito dal gestore del rifugio. La ricerca è stata facilitata dalla presenza, poco oltre il lago, di un osservatorio faunistico gestito dal Parco.

Una soluzione possibile

In un primo momento si è sperato in una spontanea ricolonizzazione dell’area, che purtroppo non è avvenuta. La soluzione è arrivata dal non troppo lontano comprensorio di Livigno, dove invece le marmotte abbondano, al punto da creare persino qualche problema di gestione (in zona i prati vengono sfalciati sino a quote elevate, anche fino a 1.800 metri, e la presenza degli animali e delle loro tane è parecchio d’intralcio). Il Parco camuno ha chiesto alla Provincia di Sondrio la disponibilità alla cessione di una quarantina di esemplari, da liberare nel mese di maggio per il ripopolamento dell’Aviolo.

Il paesaggio innevato intorno al lago d'Aviolo - Foto Paolo Bonusi per Zoomi © www.giornaledibrescia.it
Il paesaggio innevato intorno al lago d'Aviolo - Foto Paolo Bonusi per Zoomi © www.giornaledibrescia.it

E così sarà: una volta sciolta la neve e risvegliate le marmotte dal letargo, indicativamente nella prima metà del mese di maggio saranno posate delle speciali gabbie, dove saranno «catturate» le famiglie di marmotte (non singoli esemplari), poi trasportate all’Aviolo. Dove, dopo gli opportuni controlli, saranno rilasciate nel giro di 45 giorni. Una sperimentazione simile di liberazione di esemplari nel territorio bresciano è già avvenuta nel 2021 nell’alto Garda.

Una specie emblematica

Due marmotte sulle rocce in montagna - Foto Alessandro Prati per Zoom © www.giornaledibrescia.it
Due marmotte sulle rocce in montagna - Foto Alessandro Prati per Zoom © www.giornaledibrescia.it

«La marmotta - spiega la biologa del Parco Adamello, responsabile del progetto, Anna Bonettini - non è considerata una specie a rischio, ma è molto studiata per l’importante ruolo che occupa nell’ambito dell’ecosistema alpino. È una delle specie emblematiche del paesaggio e un indicatore sensibile dei cambiamenti climatici e dell’ambiente: con la sua presenza e abbondanza fornisce informazioni utili sulle dinamiche del territorio».

Nel Parco dell’Adamello la marmotta è diffusa fra i 1.800 e i 2.800 metri, soprattutto in Valle della Monoccola, Val Dois, Conca del Tredenus, Lago d’Arno, Valle Adamé - Salarno, Val Miller, Baitone, alta Val Gallinera, Val d’Avio, Alta Val Caffaro, Val di Blumone e di Cadino. La conca dell’Aviolo è di notevole pregio dal punto di vista faunistico: sono presenti esemplari di capriolo, cervo, camoscio, stambecco, lepre bianca, ermellino, coturnice, francolino di monte, pernice bianca, gallo forcello, aquila reale e strigiformi. Dalla prossima primavera torneranno a fischiare anche le marmotte.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato