L'antica vite di valle conquista il giovane Roberto
Il seme di una passione nascosta e sconosciuta ha bucato la terra ed è diventato un tralcio. E, dopo qualche anno di studi e scelte controcorrente, è maturato trasformandosi in un calice d'amore per la Vallecamonica e le sue tradizioni.
«Mio nonno faceva il vino, mio zio aveva un piccolo vigneto a Fucine e, personalmente, sono convinto che il nostro futuro debba ripartire dalla terra e dall’agricoltura». Parola di Roberto Spadaccini, 22enne di Fucine di Darfo: ragioniere diplomato all’Olivelli di Darfo con un posto da impiegato di banca alla Popolare di Sondrio, che ha rinunciato allo stipendio sicuro per iscriversi alla facoltà di scienze agrarie e forestali di Edolo. Indirizzo «valorizzazione e tutela dell'ambiente e del territorio montano». E mentre lavora come pizzaiolo per pagarsi gli studi e ha speso la sua borsa di studio in un corso di sommelier, sta preparando la tesi di laurea sulla sperimentazione dei cosiddetti «vitigni resistenti».
L’incontro è tra i vigneti di Erbanno a caccia di...Erbanno che è una delle uve «studiate» da Roberto che quest’anno, per la prima volta, si è cimentato nella vinificazione vera e propria. «Queste varietà di vite hanno la caratteristica di resistere meglio alle principali malattie fungine, come oidio e peronospora», spiega il giovane. «L’Erbanno, che è un lambrusco Maestri, è molto interessante perchè è una specie autoctona antichissima che necessita di meno trattamenti rispetto ad altre qualità tradizionali». Evitiamo di ubriacarvi di tecnicismi e sigle astruse che riempiranno anche le pagine della tesi di questa giovane promessa dell'agricoltura di domani che, in attesa che anche in Vallecamonica si cominci a credere nelle «resistenti», sta sperimentando nel centro di ricerca «Riccagioia» di Pavia. «Lo studio di questa materia mi sta aprendo un mondo che non immaginavo nemmeno», spiega Roberto.
«Ogni incontro con un viticoltore è una lezione: la cosa più bella è ascoltare consigli ed esperienze perché tutti hanno qualcosa da insegnare. Grazie alla disponibilità della cooperativa "Rocche dei vignali" di Losine, ho la possibilità di operare sul campo e sono sempre più convinto che, in ambito vitivinicolo, la Vallecamonica ha grandissime potenzialità. I produttori stanno pian piano cambiando il modo di lavorare la vigna e la qualità del prodotto è migliorata sensibilmente. Cosa manca? Bisogna investire nella formazione degli agricoltori e nella promozione dei prodotti del territorio. Un canale di e-commerce, ad esempio, potrebbe servire per farci conoscere». Un brindisi all'entusiasmo. E al nuovo che avanza.
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