Valcamonica

La strada delle Tre Valli rimane chiusa tra disagi e polemiche

La Provinciale non sarà aperta entro maggio, come promesso: rifugisti e alpeggiatori infuriati, pronti per la protesta
Dopo il maltempo di ottobre, la Tre Valli rimane chiusa © www.giornaledibrescia.it
Dopo il maltempo di ottobre, la Tre Valli rimane chiusa © www.giornaledibrescia.it
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Sette mesi di silenzio. E intransitabilità. Preoccupazioni e disagi che, negli ultimi giorni di questo mese, sono pronti a deflagrare. La promessa fatta a inizio anno di riaprire la strada provinciale delle Tre Valli entro fine maggio sarà disattesa: i lavori per ripristinare la carreggiata, rimasta danneggiata dalla tromba d’aria di fine ottobre, sono ancora in alto mare e i tempi si allungheranno. Nessuno, al momento, osa fare previsioni, per non scoperchiare un pentolone già in ebollizione, ma sono in molti a temere che, se non avverrà una svolta radicale, potrebbe essere necessario ancora tutto il mese di giugno. Se non di più.

Tempi insopportabili per chi, dell’area che sta a monte di Campolaro, dove si trova lo sbarramento, ha fatto il proprio sostentamento. Stiamo parlando dei rifugisti (non solo di quello di Bazena, chiuso da ottobre, ma anche del Tita Secchi e del Crocedomini, che solitamente apre i battenti in questo periodo) e degli alpeggiatori, pronti per la transumanza nelle sette malghe del Comune di Breno (dove si realizza il formaggio Brè). Ma anche di chi ha parte delle proprie attività imprenditoriali nell’area, degli agricoltori e delle seconde case.

Per questo i titolari degli esercizi si stanno organizzando e non sono escluse forme di protesta nei prossimi giorni davanti alle sedi della Provincia, ente titolare della strada. Non è stato solo il maltempo a metterci lo zampino, impedendo per venti giorni di lavorare. Ma anche alcuni cambi in corsa e qualche difficoltà di troppo. Come quella che ha impedito di far lavorare insieme i consorzi forestali, impegnati a sgomberare le centinaia di piante cadute, e gli operai della Provincia. La compresenza è stata reputata troppo rischiosa e, finché non è stata chiusa l’opera di bonifica il 3 maggio, il cantiere stradale non è stato avviato.

Oggi le imprese sono al lavoro, hanno già allargato la carreggiata nel punto più critico, dove la banchina era ceduta, ma manca, ad esempio, la posa dei 2-3 chilometri di rete per mettere in sicurezza il versante e la sistemazione di altri punti critici. In queste ore è ancora al lavoro la cippatrice, per sminuzzare il legname presente a bordo strada. Entro la fine di questa settimana, o all’inizio della prossima, dovrebbe esserci un nuovo sopralluogo da parte del consigliere provinciale Gianpiero Bressanelli con il nuovo dirigente. E nel frattempo anche il sindaco di Breno Sandro Farisoglio ha scritto una lettera in Comunità montana per sollecitare gli interventi.

 

 

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