Valcamonica

Jae-Hyuk Kim, lo studente coreano che vuole rilanciare Vione

È un aspirante architetto al Politecnico, alle prese con una tesi che darà slancio a due edifici storici del paese
Kim spiega il suo progetto di archiettura a Vione
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Per alcuni giorni, lo scorso mese di ottobre, uno studente della Corea del Sud è stato a Vione: ha passeggiato tra le stradine, si è fermato con le persone per chiacchierare e fare un sacco di domande, addentrandosi nelle case più vecchie per osservarle. È un volto ormai noto in paese, perché non è stata la prima volta che Jae-Hyuk Kim (che tutti chiamano solo con il cognom, Kim) ha soggiornato in alta Valcamonica.

Lo ha fatto perché la sua tesi prevede di studiare la riqualificazione di due degli edifici storici più belli, ma abbandonati, del borgo: Casa Vertece, palazzo di cinque piani con cinque diversi ingressi, e l’ex chiesetta sconsacrata di San Sebastiano. La tesi di laurea al Politecnico di Milano, con relatore il professore camuno Marco Imperadori, è alle battute finali e Kim aveva ancora bisogno di stare sul posto, di confrontarsi con i responsabili del progetto «Vione laboratorio permanente», che da un paio d’anni sono al lavoro per «rifunzionalizzare» il paese e la sua architettura rurale per proiettarlo nel futuro, ma senza snaturarlo.

La missione

Non è un’impresa facile, perché il progresso, i gusti moderni e la fretta spesso consigliano di abbattere e ricostruire i vecchi immobili, cancellando l’essenza del borgo. «È la terza volta che sono a Vione - racconta Kim -: le prime due ho fatto sopralluoghi, misurato le geometrie, i materiali, il degrado e lo stato di fatto degli edifici, al fine di proporre interventi fattibili ma minimi, per non distruggere Vione e mantenerlo il più possibile com’è adesso. L’ultima ho compiuto dei sopralluoghi per capire perfettamente la struttura, in modo da proporne una nuova ma conservativa».

Nessuno si è mai sottratto alle richieste dello studente: «Tutti i vionesi sono accoglienti: il paese sembra isolato, ma c’è vita e la società è interessante. Mi sono integrato, conosco i ragazzi e le persone che prima hanno lasciato il paese per poi tornarci in pensione e mi raccontano la loro storia». La tesi prevede di collegare i due edifici, Vertece e chiesetta, in un complesso unico, che sarà un centro culturale e una struttura ricettiva, attivando Vione come un borgo telematico, isolato ma connesso.

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