Interrogatorio di convalida per l'omicida di Carol Maltesi
È durato meno di 30 minuti l’interrogatorio di convalida del fermo di Davide Fontana davanti al giudice delle indagini preliminari Angela Corvi.
All’uscita dal Nerio Fischione, Stefano Paloschi, l’avvocato che difende l’assassino reo confesso dell'omicidio e del deprezzamento del cadavere di Carol Maltesi in arte Charlotte Angie i cui resti sono stati trovati domenica 20 marzo a Paline di Borno, ha evitato telecamere e obiettivi e non ha rilasciato alcuna dichiarazione. Il suo assistito comunque si è rifatto a quanto aveva già dichiarato ai carabinieri, precisando solo alcune circostanze.
Solo nelle prossime ore si conosceranno le decisioni del Gip.
La vicenda
Lunedì notte, poco prima delle 23, Davide Fontana il 43enne bancario milanese era in caserma in piazza Tebaldo Brusato, in città. A confronto con i carabinieri e il sostituto procuratore Lorena Ghibaudo. Dall’alba di ieri, quando ha confessato il delitto ed è stato fermato con l’accusa di omicidio volontario, distruzione ed occultamento di cadavere, è in carcere a Canton Mombello.
L’omicidio di Carol Maltesi è avvenuto a Rescaldina, non lontano da Legnano, in provincia di Milano. Solo l’occultamento dei resti del suo povero corpo si è consumato - e per una manciata di metri - in provincia di Brescia. Questa la ragione per la quale è più che probabile, per non dire scontato, che il fascicolo venga per competenza trasferito ad ovest. E che dell’omicidio venuto alla luce domenica 20 a Paline di Borno se ne occupi la Procura di Busto Arsizio - retta dalla fine dello scorso anno dall’ex procuratore aggiunto di Brescia Carlo Nocerino - e il Tribunale bustocco, competente sui delitti consumati in quella porzione settentrionale della provincia milanese.
Le reazioni
Elisabetta Aldrovandi, presidente dell'Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime ha diramato una nota spendendo parole di dura condanna nei confronti dell'omicida e appellandosi alle indagini affinché possano ricostruire il più possibile il pregresso del rapporto tra Carol Maltesi e il suo assassino.
«Un omicidio terrificante - si legge - che ben evidenzia il livello al quale può arrivare la malvagità umana. Per due mesi amici e parenti non si sono accorti della scomparsa della donna, perché l'ex fidanzato avrebbe usato il suo cellulare per rispondere ai messaggi. Ma nessuno l'ha cercata telefonicamente, nessuno ha voluto sentire la sua voce. E così, la sparizione della donna non è mai stata denunciata. Dagli elementi emersi, si comprende che Carol era una donna molto sola, dal momento che nell'arco di due mesi nessuna delle persone che facevano parte della sua vita, ex fidanzato a parte, abbia intuito che c'era qualcosa che non andava. Mi chiedo, peraltro, se l'omicidio potesse essere in qualche modo evitato, se c'erano state condotte violente o minacciose da parte dell'ex verso la vittima. Soltanto le indagini potranno dare elementi idonei a ricostruire non solo la dinamica del delitto, ma anche e soprattutto ciò che è accaduto prima che fosse commesso, e cosa si poteva eventualmente fare per aiutare Carol».
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