Valcamonica

«In motoslitta nell'apocalisse bianca dell'Appennino»

La testimonianza di Max Tosi, darfense d’origine, punta di diamante del Moto Club Sebino e allievo tecnico federale di motoslitte
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Per 72 ore, hanno fatto breccia nell’apocalisse bianca dell’Appennino come staffette partigiane della speranza: hanno bussato alle porte di decine di case isolate per portare cibo e medicinali e accompagnato medici e soccorritori diventando la boa fluttuante per Vigili del fuoco e Protezione Civile.

Max Tosi, darfense d’origine, punta di diamante del Moto Club Sebino e allievo tecnico federale di motoslitte, insieme ad altri professionisti della neve ha ancora negli occhi facce e nomi dell’emergenza: per tre giorni, diciotto motoslitte provenienti da tutto il Nord Italia hanno superato i muri di neve per raggiungere le frazioni di Santa Croce, Altavilla, Poggio Umbricchio e San Giorgio.

Grazie all’accordo raggiunto qualche mese fa tra Federazione Italiana Motoslitte (Fim) e Protezione Civile, nel parco mezzi dei soccorritori abruzzesi sono entrati anche i bolidi a motore della montagna. «Abbiamo portato i mezzi nel centro di Protezione civile in Abruzzo e lì ci hanno indicato trenta luoghi isolati che erano irraggiungibili anche per i gatti delle nevi e le turbine», ha spiegato Tosi. «La nostra passione unita alla professionalità del Soccorso Alpino e delle varie forze in campo, ha permesso di raggiungere i paesi completamente isolati». E tutto è stato, fuorchè una passeggiata. «Avevamo una mappa con le coordinate da seguire ma il Gps spesso non funzionava, la traccia della strada non si vedeva e non avevamo grandi punti di riferimento», continua Max. 

Ma nei boschi e nei valichi sconosciuti, i volontari professionisti hanno portato a termine la loro missione: raggiungere tutte le abitazioni isolate, accertarsi che gli occupanti stessero bene, prendere la lista delle cose che servivano e tornare al quartier generale del Soccorso Alpino. Qui arrivavano alimenti, benzina per i generatori di corrente, farmaci e coperte. Fatto il carico, insieme ai soccorritori, tornavano nel cuore della montagna per la consegna in un su e giù senza sosta, per tre giorni e tre notti. «Ad Altavilla, dopo ore di risalita, ho incontrato un papà che mi ha detto: "Max, tu hai figli? Io ne ho una di 15 mesi e stiamo morendo di freddo"».

Alle 21.30, nella nebbia e nel buio ostile della montagna, gli angeli delle motoslitte sono arrivati con 70 litri di benzina. Ora, Max Tosi ha messo in pista un grande progetto: potenziare la scuola di motoslitte con l’obiettivo di creare un centro di formazione tecnica pronto ad attivarsi in caso di calamità. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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