Impronta Camuna omaggia il notaio Giuseppe Camadini
Quest’anno il tradizionale premio Impronta Camuna è andato alla memoria del notaio Giuseppe Camadini, figura di primo piano della vita culturale, associativa e spirituale della Vallecamonica e della nostra provincia dell’ultimo mezzo secolo. Scomparso nel 2012, il suo nome si aggiunge a quelli del cardinal Giovanni Battista Re, di Emanuel Anati, di Luigi Binelli Mantelli e di altri singoli ed istituzioni entrati nell’elenco dei premiati dell’associazione rappresentata da Roberto Bontempi. Il riconoscimento è stato conferito nell’auditorium del Centro congressi Mirella di Ponte di Legno. Erano presenti alcuni dei più stretti famigliari del notaio che a Sellero dimorava per diversi mesi dell’anno, mantenendo così un profondo legame con la Valcamonica.
A ritirare il premio alla memoria è stato Pierpaolo Camadini, nipote del notaio e suo continuatore in numerosi ambiti istituzionali. Anche al nipote Alberto Camadini è stata consegnata una pergamena-ricordo. Presenti alla cerimonia anche l’assessore regionale Fabio Rolfi, alcuni sindaci della Valle, l’assessore Ilario Sabbadini della Comunità montana di Vallecamonica e altre autorità. Il presidente di Impronta Camuna ha ricordato le ragioni che hanno spinto ad assegnare alla memoria del notaio Camadini il premio: «È stato uomo di profonda fede e di grande spiritualità, oltre che instancabile promotore di innumerevoli iniziative culturali, educative formative, editoriali ed economiche». mBontempi ha poi ricordato la sua instancabile attività con cui «ha favorito la crescita e lo sviluppo economico di Brescia e della Vallecamonica».
Ricevendo il premio alla memoria dello zio Giuseppe, l’avvocato Pierpaolo Camadini ha ringraziato anche a nome dei famigliari per l’iniziativa di Impronta Camuna resa ancora più significativa dal fatto che è nata in modo del tutto spontaneo e quasi naturale. Un aspetto, quest’ultimo, che dà maggior rilievo all’attaccamento profondo e genuino che il notaio Camadini ha sempre dimostrato per la propria terra e per la cause più nobili della comunità valligiana.
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