Il paese scivola a valle, una trave di 200 metri per salvarlo
Valle, il paese che scivola a valle. Potrebbe sembrare uno scioglilingua, ma è la realtà: la frazione di Saviore è posta su un versante che, lentamente ma inesorabilmente, sta franando verso il basso, per la presenza di acque sotterranee che trascinano il terreno soprastante.
Ovviamente, non si contano i problemi: oltre alle case, anche il cimitero è rimasto parecchio lesionato e in passato si è cercato più volte di porvi rimedio. Un rimedio costato più o meno 15 milioni, erogati dagli anni Novanta a oggi, in seguito all’alluvione che uccise anche una persona. Venti miliardi delle vecchie lire sui fondi della Legge Valtellina per il pronto intervento e altri quattro stanziati dal Duemila in poi, serviti per arginare l’erosione.
Oggi, con le economie dei fondi messi a disposizione 27 anni fa, si sta avviando l’ultimo cantiere da 623mila euro per il consolidamento del versante. Sarà realizzato un doppio intervento: dapprima la posa di un’enorme trave in cemento armato, lunga duecento metri, con dei tiranti, uno ogni metro, posizionata nel terreno sotto l’abitato, che dovrebbe in un certo modo sorreggerlo. Una soluzione già attuata nella parte sud del paese, dove qualche anno fa era già stato posato manufatto simile.
Inoltre saranno stesi, una ventina di metri sotto il terreno, degli speciali «materassi» in geotessuto, che consentiranno di raccogliere e drenare parte delle acque sotterranee che spariscono nel sottosuolo, attraversano il paese e risalgono in superficie a sud dell’abitato.
Sono proprio queste le fonti del dissesto: l’intervento le incanalerà nella fognatura principale per poi scaricarle nel fiume Poglia. «Siamo finalmente riusciti a sbloccare una situazione che era ferma in Provincia da un decennio - dice il sindaco Matteo Tonsi -, grazie alla caparbietà degli amministratori attuali. In realtà, lo scivolamento di Valle è irrisolvibile, perché il problema si trova a duecentro metri sotto terra ed è impossibile da fermare, si può solo provare a ridurne gli effetti lavorando a una ventina di metri. Per questo l’area andrà sempre monitorata e serviranno altri lavori».
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