«Il legno della Croce di Job era inzuppato e ormai marcio»
«Il 75% per cento del legno della croce di Job era ormai inzuppato d’acqua quindi marcio e nessuno si è mai preoccupato». Lo hanno detto in aula i consulenti della Procura intervenuti nel nuovo processo per il crollo della Croce del Papa che il 24 aprile 2014, a Cevo, in Alta Vallecamonica, travolse e uccise il 21enne di Lovere Marco Gusmini.
Imputati nel procedimento bis, dopo una condanna, un’assoluzione e un patteggiamento nel primo atto, sono Marco Maffessoli, presidente dell’associazione Croce del Papa, il direttore dei lavori Renato Zanoni, don Filippo Stefani, Elsa Belotti e Bortolino Balotti.
Per tutti, che non hanno scelto riti alternativi, l’accusa è di omicidio colposo. Secondo gli ingegneri ascoltati in aula come consulenti del pubblico ministero Katy Bressanelli, nessuno ha verificato le condizioni dell’opera che era stata realizzata per la visita a Brescia di Papa Giovanni Paolo II nel settembre del 1998.
«Il legno si è marcito perché non c’erano idonee sigillature» è stato spiegato nel corso del processo che è stato aggiornato al prossimo 5 marzo. Mentre giovedì in aula compariranno altri due rinviati a giudizio sempre per omicidio colposo: don Santo Chiapparini e monsignor Ivo Panteghini, che hanno scelto il rito abbreviato.
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