Il lamento dell’Adamello: il ghiacciaio che si ritira diventa un progetto scientifico
Se in pianura la terra è arsa e i corsi d’acqua asciutti, neppure le montagne se la cavano meglio. Basta portarsi in quota, oltre i tremila metri, dove generalmente regnano ghiaccio e silenzio, per rendersene conto.
Già dalla primavera, con i primissimi disgeli, il continuo scroscio dell’acqua di fusione accompagna le passeggiate degli alpinisti. E non si arresta neppure di notte, quando le temperature fredde dovrebbero stopparlo. I torrentelli provocati dallo sciogliersi dei ghiacciai dell’Adamello emettono rumori che, ai più, risuonano tristi, perché sono l’annuncio senza parole della fine di un ghiacciaio che, da decenni, si sta ritirando e assottigliando.
È come il pianto di un gigante che mentre fa sgorgare lacrime calde contribuisce alla sua fine, dettata dal surriscaldamento globale. La commissione glaciologica della Sat, la Società alpinisti trentini, ha pubblicato alcuni video, da guardare, ma soprattutto da ascoltare, per udire il lamento dei ghiacciai causato dal fluire dell’acqua di fusione.
Rumori che un artista-ricercatore camuno, NeuNau, al secolo Sergio Maggioni, sta registrando in Adamello per il progetto scientifico sperimentale «Un suono in estinzione», per documentare i fenomeni acustici del ghiacciaio accelerati dai cambiamenti climatici.
L’estate scorsa un team di esperti ha effettuato quattro spedizioni scientifiche e documentaristiche in Adamello, raccogliendo, grazie a registratori e idrofoni bioacustici attivi 24 ore su 24 per circa due mesi, sia i suoni trasmessi per via aerea sia quelli più profondi nelle viscere del ghiaccio. Così sarà per i prossimi anni, per annotare i cambiamenti che ci saranno e conferire all’iniziativa un carattere scientifico.
In questo periodo è protagonista la spedizione 2022, che permetterà di estendere l’area indagata e di posizionare i registratori, ove possibile, nei punti più inaccessibili dell’Adamello. Le intenzioni sono di non fermarsi, come lo scorso anno, all’estate, ma di proseguire anche in inverno, per avere l’andamento annuale dei rumori del ghiacciaio.
Non si tratta però solo di un progetto scientifico, come detto, ma anche artistico: non per nulla «Un suono in estinzione» è stato anche selezionato tra i quattro candidati per i prestigiosi Sound of the year awards della Bbc tra oltre settecento proposte.
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