Il Badalisc s'è perso tra i monti, salta la tradizione
Qualcuno li aveva avvertiti. "Attenzione, se il Badalisc si fa vedere prima del tempo, poi non c'è più speranza di cacciarlo il giorno della festa". Eppure, lo scorso ottobre il mostro mitologico era stato portato in castello, a Brescia, per una rassegna teatrale dedicata ai personaggi del folklore. Anche successivamente, in una festa in Valsaviore, era rispuntato fuori. E la previsione funesta s'è così avverata: quest'anno la tradizionale caccia al Badalisc è saltata.
L'appuntamento era per stasera e domani ad Andrista, piccola frazione di Cevo, in Valsaviore. Ogni anno, la sera prima dell'Epifania i giovani del paese si mettono alle calcagna dell'essere che si muove nei boschi con la testa gigante, gli occhi rossi fiammeggianti e la bocca spalancata. L'animale indefinibile (ha le corna e il pelo come le capre, ricorda un serpente, sta in posizione eretta e parla: a ben vedere, potrebbe stare bene in un film di animazione di Hayao Miyazaki) viene poi portato in processione tra le viuzze della frazione fino ad arrivare in piazza. Qui, secondo la tradizione, estrae il foglio da cui vengono letti i peccati degli abitanti di Andrista, questo particolare discorso viene chiamato 'ntifunada, prima del ritorno del Badalisc tra i boschi. La festa si conclude tra cibo e danze liberatorie, e il giorno dell'Epifania si fa il bis. Non si tratta di una figura unica nel suo genere: ricorda ad esempio il più spaventoso Krampus, a cui il 5 dicembre viene data la caccia in Alto Adige, Austria e Baviera con San Nicolò a fare da cerimoniere.
Secoli di tradizione che quest'anno restano in soffitta. Cos'è successo? "Il Badalisc ormai sta diventando vecchio e quest'anno ha perso l'orientamento. E' finito in una vallata trentina e ci ha avvisati che non riuscirà ad arrivare in tempo per questa sera. Vista la grande richiesta, si è però rincuorato e ha confermato che per l'anno prossimo cercherà di essere puntuale e di non deludere il suo pubblico. L'evento è quindi rimandato al prossimo anno". Questa è la spiegazione data sul sito internet della Valsaviore. In zona si parla di problemi organizzativi e di defezioni che hanno portato all'annullamento della festa. Il sospetto però rimane: forse quella doppia apparizione autunnale non ha portato bene. Con leggende e superstizioni è sempre così: non bisogna essere creduloni, ma nel dubbio meglio rispettarle. E se vi troverete tra i boschi della Valsaviore, in questi giorni state attenti al Badalisc.
Emanuele Galesi
e.galesi@giornaledibrescia.it
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