I vecchi alberghi vanno in pensione e si trasformano
Il passato è passato. E chi ha chiuso non riaprirà più. Cancellato il vincolo alberghiero sugli hotel Ariston, Miravalli e Ornella di Boario Terme: dopo anni di discussioni e attese, il Consiglio comunale di Darfo che si è riunito mercoledì sera, ha sciolto il... guinzaglio ai tre alberghi che hanno chiuso vent’anni fa per mancanza di soldi e turisti. I tempi.
Gli edifici che ospitavano camere e reception, entro due anni, diventeranno appartamenti o negozi. «Non è un passaggio semplice ed è per questo che abbiamo deciso di costituire una apposita commissione composta anche dai consiglieri di minoranza», ha spiegato Giacomo Franzoni, assessore all’Urbanistica del Comune di Darfo. «Abbiamo sul tavolo numerose richieste di privati che chiedono di convertire gli ex alberghi in commerciale o residenziale. Cominciamo da tre strutture che, più di altre, sono fatiscenti e necessitano di un intervento immediato».
L’ex albergo Artiston si affaccia su piazzale autostazione di Boario ed è chiuso da fine anni Novanta e la prima richiesta di cambio di destinazione d’uso è arrivata in municipio nel 2010. Il Miravalli chiuse nel 1995 e la pensione Ornella nel 1997. Ristrutturazioni. «L’autorizzazione obbliga i proprietari degli immobili a effettuare i lavori di ristrutturazione entro due anni e pagando 25 euro per ogni metro quadrato di superficie». Per le casse comunali, da qui al 2021, si prospetta un introito di qualche decina di migliaia di euro. «Siamo favorevoli a queste concessioni perché è ora di togliere queste situazioni di degrado dal cuore di Boario Terme», ha aggiunto Giampaolo Rossi dai banchi della minoranza.
«Benvenga la nuova commissione e siamo pronti a dare il nostro contributo», ha incalzato Irene Abondio. «Ma non conosciamo le condizioni di queste richieste e sarebbe buona cosa rinviare il voto di quindici giorni per darci il tempo di capire meglio quali sono i contenuti di questi provvedimenti». Richiesta avallata anche dai consiglieri Benedetti, Bianchi e Ghirardelli ma non accolta dalla maggioranza che ha approvato il cambio di destinazione d’uso.
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