I suoni dell'Adamello che raccontano il cambiamento climatico
Crolli improvvisi di porzioni di ghiaccio, apertura di crepacci, vento forte che solleva la neve: sono alcuni dei possibili rumori che si colgono sui ghiacciai in ogni stagione e che i cambiamenti climatici stanno scatenando con una maggiore frequenza.
Un gruppo di ricercatori e di artisti ha registrato i fenomeni sonori dell’Adamello, depositando quattro registratori bioacustici in grado di monitorare, 24 ore su 24, un periodo che va dalle tre alle sei settimane continuative. Si chiama «Un suono in estinzione» il progetto di ricerca sperimentale del musicista Neunau, messo in atto con l’Università degli Studi di Brescia e in collaborazione con «Umanesimo artificiale» e «Idee di volumi».
La fase pilota è iniziata il 21 luglio e si è conclusa pochi giorni fa: ha visto una serie di quattro spedizioni sul ghiacciaio dell’Adamello per installare i registratori e indagare su questi suoni preziosi, che sono la rappresentazione acustica dei sintomi del cambiamento in corso e uno strumento di monitoraggio che dà informazioni su quando e con quale frequenza si verificano i fenomeni. I dati sono stati raccolti durante le spedizioni, oltre che inviati in tempo reale per essere visualizzati su una piattaforma digitale. Durante le quattro spedizioni sono stati percorsi a piedi settanta chilometri, con 9mila metri di dislivello. L’artista era accompagnato da alcuni dei membri del comitato scientifico, tra cui Roberto Ranzi (Università di Brescia) e Christian Casarotto (Muse di Trento); gli altri componenti sono Claudio Smiraglia (Università di Milano), Alberto Carton (Università di Padova), Carlo Baroni (di Pisa) e Gianni Pavan (di Pavia).
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