I parchi archeologici e i musei camuni riaprono al pubblico
L’archeologia, i parchi e i musei camuni - finalmente - vedono la luce in fondo al tunnell. E così anche questo aspetto della cultura e del turismo valligiano si rimette in moto. Da questo martedì i siti delle incisioni rupestri, ed in particolare il parco nazionale di Naquane, tornano accessibili al pubblico, anche se con molte precauzioni, mentre venerdì 5 si aggiungeranno il Mupre, Museo della preistoria di Capo di Ponte, e quello romano di Cividate, il parco archeologico della romanità Spinera di Breno e l’anfiteatro di Cividate.
Ormai la stagione delle visite didattiche e scolastiche è persa, ma si potrebbe recuperare qualcosa sul turismo a corto raggio. Per poter riaprire, dopo la chiusura forzata per l’emergenza sanitaria, ed essere visitabile in sicurezza, ogni parco e museo si è dotato di regole di accesso contingentato, segnaletica per garantire il distanziamento tra i visitatori e una fruizione corretta del patrimonio. Vigileranno sul rispetto delle norme i custodi, preposti alla sorveglianza e all’informazione dei visitatori. I parchi delle incisioni partono avvantaggiati per i grandi spazi che hanno a disposizione, anche se particolare attenzione andrà fatta sui percorsi obbligatori e sulle passerelle nei pressi delle rocce, passaggi obbligati per poter ammirare i graffiti da vicino.
Discorso diverso per la Riserva della incisioni di Ceto-Cimbergo-Paspardo, aperta in via straordinaria nei weekend già da un paio di settimane, ma da domani tutti i giorni. Per garantire più sicurezza l’ufficio informazioni e la biglietteria sono state trasferite nella corte centrale aperta del museo, visitabile solo parzialmente, con orario estivo dalle 9 alle 17.30. Con la messa in funzione dei parchi riprenderanno finalmente anche le attività delle guide, senza lavoro oramai da tre mesi.
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