Valcamonica

I cunicoli della miniera di Malonno visitabili grazie a 1,7 milioni di euro

Il progetto Petassa-Costa, bocciato in prima istanza, è stato ora premiato dalla Regione Lombardia
Un cunicolo della miniera di Malonno - © www.giornaledibrescia.it
Un cunicolo della miniera di Malonno - © www.giornaledibrescia.it
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La Valcamonica si appresta a offrire nuove bellezze ai turisti e ai suoi cittadini. Differenziando l’offerta, che oltre a piste da sci, sentieri nella natura, parchi archeologici, chiese e castelli, ora avrà anche le miniere

 La Regione ha infatti staccato un assegno da un milione e 756mila euro per la valorizzazione e sistemazione del sito minerario dismesso di Petassa-Costa a Malonno. Cunicoli che raccontano un passato di sacrifici e fatica e che si aggiungono a quelli della Valtrompia e a quelli vicini della Val di Scalve e Valmalenco.

Il Comune di Malonno, guidato da Giovanni Ghirardi, lavora al progetto da tre anni ed era stato escluso dal primo riparto regionale; nei giorni scorsi, invece, la notizia del rifinanziamento del bando, che ha incluso l’area delle miniere Ferromin, attive sino agli anni Cinquanta del secolo scorso in paese. La miniera, ancora accessibile (il Gruppo speleo camuno organizza, durante l’anno, qualche entrata, che va sempre sold out in breve), verrà completamente messa in sicurezza dal punto di vista strutturale, per renderla accessibile ai visitatori nei suoi 600 metri di sviluppo, con qualche diramazione.

Sarà creata un’uscita di emergenza, messi a norma gli impianti d’illuminazione, le luci d’emergenza e di comunicazione all’interno. Nella parte esterna, invece, sarà sistemata la strada d’accesso, creando un anello di collegamento con il forno fusorio e completando così la «Via del ferro malonnese», toccando i diversi imbocchi, oltre alla posa di pannelli didattici, storici e scientifici. Il progetto prevede anche il recupero di un vecchio rudere un tempo a servizio della miniera, da adibire, come in passato, a magazzino e area ricettiva. Ora il Comune dovrà preparare il progetto esecutivo e appaltare entro fine anno.

«Finalmente ci hanno finanziato - dice con entusiasmo il sindaco Giovanni Ghirardi -, si tratta di un più ampio piano di specializzazione turistica per la valorizzazione dei settori ambientali, storici, sportivi, enogastronomici e ricettivi del nostro territorio, dedicato a un turismo slow quale forma di lotta allo spopolamento e al dissesto della montagna. Il progetto del parco minerario costituisce la chiave di volta di questo ambizioso obiettivo, al quale si interconnettono altri progetti sul territorio».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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