«Giù le mani dal Parco dell’Adamello»: già 1700 firme
Ha raggiunto 1.700 firme la petizione on line, sulla piattaforma change.org, «Giù le mani dal Parco dell’Adamello», lanciata dalla Lega anti caccia di Brescia insieme a undici associazioni ambientaliste del territorio camuno.
Il subbuglio, che tiene banco in Valle da diversi mesi, è nato dalla richiesta del Comune di Breno, appoggiata dalla Comunità montana, di ridurre di oltre un milione di metri quadrati il Parco dell’Adamello nella zona di Cadino.
Taglio giustificato dalla necessità di ridefinirne i confini, che in quella zona sono sconnessi e poco chiari. In realtà, ne sono certi i sodalizi, si tratta solamente di «mantenere fede alle promesse elettorali fatte ai cacciatori locali» da parte del sindaco brenese.
Per questo le undici associazione hanno lanciato un vero e proprio «allarme parchi in Lombardia», affermando che una simile riduzione costituirebbe «un precedente devastante per l’intero sistema regionale», visto che la normativa prevede la riduzione dei parchi solo in caso di motivata e comprovata perdita delle valenze naturalistiche delle aree. Così si libererebbe dal vincolo di parco naturale un’area vasta quanto 123 campi da calcio, nonostante il parere contrario del Parco Adamello. Le associazioni hanno scritto all’assessore all’Ambiente Claudia Terzi, alla commissione che esaminerà il caso e a tutti i consiglieri regionali, ma hanno intenzione di sollevare la questione anche in sedi ministeriali e comunitarie. Lo fanno proponendo una loro soluzione: portare il confine meridionale del Parco naturale, tra Bazena e Cadino, in corrispondenza della provinciale 345, perché «è vero che l’attuale confine è di difficile leggibilità, ma anche la soluzione del Comune di Breno riporta uguali problematiche».
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