Gianluca, 100 chilometri nel deserto per il Centro autismo
Dalla corsa nel deserto alla raccolta fondi per il Centro Spazio Autismo, il darfense Gianluca Ferro ha portato a termine la sua impresa nel Sahara marocchino la Marathon Des Sables. Duecentocinquanta chilometri con temperature ben oltre i 50 gradi, e poco importa se il maratoneta non ha completato tutte e cinque le tappe a causa di un problema di stomaco. Oltre all’aspetto sportivo, che comunque l’ha visto marciare per oltre cento chilometri, infatti, a fare la differenza è stato il successo del progetto «Di corsa per lo Spazio», sposato da Ferro per sostenere Spazio Autismo e le sue attività a favore di bambini e famiglie, ma anche il Fondo Sara Pedersoli, tramite cui solo pochi anni fa sono stati ampliati i locali a disposizione del centro di via Scura a Darfo.
Tutti e 250 i chilometri previsti da Gianluca sono stati simbolicamente acquistati. «Sono estremamente grato - dichiara Ferro - a chi ha appoggiato il progetto. Nonostante il periodo della pandemia, la risposta delle persone è stata fantastica».
Durante la corsa i bambini del Centro hanno seguito in streaming l’impresa di Gianluca, non nuovo a questo tipo di iniziative. «Quando faccio gare di questo genere - spiega - cerco sempre di abbinare un progetto per il sociale. L’ho fatto quando sono stato in Oman e in Islanda, stavolta ho pensato di farlo col Centro Spazio Autismo».
Originariamente l’evento si sarebbe dovuto svolgere ad aprile 2020, poi a causa del Covid è slittato dapprima a settembre 2020, poi ad aprile di quest’anno e quindi alla fine ad ottobre. «Praticamente non ho mai smesso di allenarmi, anche se a quelle temperature non c’è modo di prepararsi. C’è stata una bolla di calore, e durante la seconda tappa purtroppo un concorrente è morto. Sono andato bene fino alla fine della terza tappa, poi ho avuto problemi di stomaco e gli ultimi 5 chilometri è stato come se fossero 50. L’emozione è stata grande, sia a livello personale che per il successo del progetto». Un passo dopo l’altro, per riservare spazi sempre più ampi alla sensibilizzazione sul tema delicato dell’autismo.
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