«Furbetto» licenziato, farà ricorso
Licenziato. Ma l’avvocato difensore presenterà ricorso. La vicenda del «furbetto del cartellino», dipendente del Comune di Darfo Boario Terme, è arrivata al capolinea (o forse è solo al primo atto?): lo scorso 15 novembre, un 61enne impiegato nel settore tecnologico e delle manutenzioni del Comune, è stato licenziato senza preavviso e, di fatto, «stralciato» dall’elenco dei dipendenti comunali.
All’indomani della denuncia della Guardia di Finanza e dell’eco mediatica che ha portato a Darfo anche le telecamere della trasmissione Mediaset «Dalla vostra parte», i funzionari del municipio darfense hanno optato per la linea dura applicando alla lettera il provvedimento previsto dalla nuova Legge Madia che autorizza al licenziamento: lo studio legale Moretti, incaricato della difesa del 61enne, ritiene opportuno non rilasciare dichiarazioni in questa fase ma conferma di voler impugnare il provvedimento e ha avviato l’iter del ricorso. L’iter legale. Stando ad alcune indiscrezioni, pare che l’operaio abbia appreso del licenziamento direttamente... a casa: da più di un mese, infatti, è in malattia giustificata dalla certificazione medica.
«Abbiamo preso atto della situazione ma non è nostro compito giudicare nessuno - ha spiegato il vicesindaco di Darfo, Attilio Cristini -. È cominciato un iter legale che seguirà i suoi tempi e le sue procedure». L'indagine è stata condotta dagli uomini della Guardia di Finanza di Pisogne che da ottobre 2016 a marzo 2017, hanno pedinato l’operaio filmandolo nei suoi spostamenti e arrivando a piazzare alcune microcamere anche nei bar di Darfo e dintorni dove l’uomo faceva tappe frequenti. Le immagini lasciano poco spazio ai malintesi: l’operaio viene immortalato mentre sfoglia il giornale, sorseggia un aperitivo o tenta la fortuna con il «Gratta e vinci».
Il «modus operandi», accertato dalle Fiamme Gialle, era sempre lo stesso: dopo aver timbrato il cartellino all’inizio del turno di lavoro, l’operaio si fermava al bar, andava a fare la spesa oppure tornava a casa per prendersi cura del proprio orto. In più di un’occasione è stato sorpreso con l’Ape Piaggio di servizio mentre trasportava legname per sé o per qualche amico e, sempre nell’orario di lavoro, era stato «beccato» a sbrigare piccoli lavori edili e di bricolage per altre persone. I colleghi. Una situazione insostenibile anche per i colleghi che più volte hanno segnalato il problema ai superiori e agli amministratori: finché, poco più di un anno fa, sulle sue tracce si è messa la Guardia di Finanza che l’ha colto sul fatto. Ma la vicenda è ancora ben lungi dal potersi dire conclusa.
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